LEGGI DI BILANCIO: INTERVENTO DI CRISTIAN SERGO

“L’Ue sta vivendo la fase più difficile della sua storia, una sorta di tempesta perfetta in cui terrorismo, flussi migratori, populismi in ascesa e i perduranti effetti della recessione economica, specialmente la disoccupazione giovanile, sono tutti là, insieme”: lo ha detto l’ex ministro degli Esteri Paolo Gentiloni intervenuto il 28 novembre scorso al Forum di politica estera organizzato dalla fondazione Koerber a Berlino.

Il Nuovo Primo Ministro aveva fatto un’analisi della situazione Europea, ma non si è soffermato sulle motivazioni per cui l’Unione Europea si trova all’interno di una tempesta perfetta. Certo ha provato a dare la colpa alla recessione economica, ma forse non si è reso conto che i dati parlano chiaro: ci sono Paesi che crescono (sarebbe da dire crescevano perché arrancano anche quelli ultimamente), altri che galleggiano altri che non crescono proprio.

Molte volte a leggere i dati non possiamo avere il quadro della realtà perché siamo portati a dare più importanza a chi li legge piuttosto che soffermarci su quanto ci dicono.

Ecco che siamo pronti a esultare se leggiamo sui giornali di oggi titoli come “Export gennaio-settembre in Fvg al +5,5%, il miglior risultato del Nordest” ma la prospettiva cambia notevolmente se entriamo nell’articolo e ci accorgiamo che in Regione “senza l’apporto della cantieristica navale nei primi nove mesi del 2016 il valore delle esportazioni sarebbe rimasto sostanzialmente invariato (-0,2%)“. Ma non siamo in crescita? E’ forse colpa dei populismi in ascesa se nella nostra Regione non abbiamo una crescita degna chi questo nome?

Anche dove i dati sono positivi, vediamo che nella nostra Regione abbiamo un vero e proprio boom di turisti nel 2016, segno che gli sforzi di voler avviare una regia unica sono supportati da risultati positivi, ma se poi andiamo a leggere “tutti” i dati ci accorgiamo che la crescita è per il 9% di turisti stranieri e per il quasi 3% di turisti italiani, dato che conferma che all’estero si sta (un po’) meglio che in Italia.

Ma come detto i dati si lasciano leggere e scrivere. Nella relazione di maggioranza il Presidente Liva ha parlato “di elementi di risveglio dell’economia, di dati migliorativi che si consolidano come anche recentissimamente riferito dal Presidente uscente di “Federlegno –arredo” che ha definito ormai dietro le spalle gli anni bui, e sapendo la rilevanza del settore legno nel Pil della nostra Regione non possiamo che rallegrarcene” poi andiamo a leggere i dati dell’export e constatiamo come “i mobili sono in frenata, -3,4% a 929,7 milioni, erano 963,2 nel 2015”.

Infine, chiudo la parentesi statistica con l’ultimo dato a nostra disposizione, che non è uscito nemmeno una settimana fa. I dati sull’occupazione della nostra Regione dimostrano che siamo in una situazione di stallo a dir poco preoccupante. Nell’era dei voucher, anche nella Nostra Regione abbiamo avuto un aumento dell’occupazione nel settore terziario, dei servizi, ma nonostante il boom di turisti il numero di persone occupate nel settore commerciale-turistico e alberghiero è sceso di 200 unità. Il trend del numero generale di occupati, che se nel secondo trimestre del 2015 era pressochè fermo (con un incremento di soli 300 persone) conferma il nostro stato di difficoltà, nel terzo trimestre quando dopo una serie di incrementi abbiamo registrato il segno meno il numero di occupati torna a scendere attestandosi a poco più di 499 mila con dati negativi per quanto riguarda i risultati dell’industria (-1.400 posti) e soprattutto dell’edilizia (-3.200).

Il tasso di disoccupazione ci può confortare? No nemmeno quello. Infatti se il numero di disoccupati, nella media dei primi nove mesi dell’anno, si attesta a 40.300 unità, quasi 5.000 in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso con il calo maggiore che si riscontra tra gli uomini (-3.000 unità),

Ma come detto, i numeri si lasciano scrivere e leggere. Allora ad un’attenta lettura leggiamo che la riduzione del numero di persone in cerca di un impiego, risulta maggiore dell’incremento del numero di occupati, tali dinamiche però non sono state accompagnate da un aumento del numero di inattivi, ma da una diminuzione della popolazione (in particolare nella fascia di età 15-64 anni). Ci siamo chiesti che fine ha fatto questa popolazione? Un dato l’abbiamo potuto leggere tra le righe: erano tre milioni gli italiani all’estero iscritti nelle circoscrizioni elettorali del referendum costituzionale nel 2006, il dato è salito a 4 milioni nell’ultima consultazione di pochi giorni fa. Dato che fa ancor più impressione se raffrontato al referendum sulle trivelle dell’aprile scorso: gli elettori (italiani ovviamente non solo friulvenetogiuliani) sono stati 100 mila in più.

Questo significa che va tutto male? No di certo, come detto i segnali positivi ci possono essere e vanno sostenuti. Il Turismo ha dimostrato di essere un comparto importante, l’agricoltura lo stesso. Ma di sicuro sarebbe il momento una volta per tutte di lasciar perdere la propaganda, anche se c’è sempre una scusa per essere in campagna elettorale e da qui ai prossimi mesi lo saremo ancora di più, ma recentemente il popolo italiano ha dimostrato di non abboccare più all’amo di chi rappresenta solo sé stesso e non i cittadini.

La verità è che come ha detto la Presidente Bianchi nella sua relazione ci risulta difficile se non impossibile parlare di questo provvedimento. Il testo di legge presentato dalla Giunta non presentava particolari innovazioni legislative, tanto che i titoloni dei giornali si sono concentrati su una norma come quella denominata ATTIVAGIOVANI che però in questo disegno di legge prevede solo uno stanziamento per futura legislazione, per una norma che dovrà venire in Consiglio nei prossimi mesi. Non possiamo pertanto nemmeno giudicare questa scelta politica in quanto non abbiamo alcun testo su cui basarci se non il titolo di una legge che verrà approvata.

Il lavoro in commissione non ha prodotto particolari emendamenti e soprattutto come opposizioni visti i tempi stretti previsti per l’illustrazione e l’esame del testo diventa particolarmente difficile presentare proposte. Questo si traduce con la montagna di emendamenti, alcuni dei quali dovranno essere approvati nelle prossime 24 ore, senza la necessaria verifica dei testi proposti. Forse è il caso di rivedere e profondamente il regolamento con cui decidiamo di affrontare questi importanti provvedimenti normativi. Altrimenti, decidiamo solo di spostare i soldi alle direzioni e ai servizi dell’amministrazione e poi durante l’anno pensiamo a come questi soldi debbano esser spesi e verso chi. Questo ci eviterebbe di legiferare in maniera confusa, caotica e come han lamentato già molti colleghi senza la dovuta consapevolezza di quanto si va ad approvare in aula.

La verità è che le decisioni vengono comunque prese altrove. I grandi provvedimenti e le grandi partite che questa regione deve affrontare si giocano in campi che non sono più questo. Le grandi opere son solo affare di Giunta, eppure i soldi che supportano queste opere sono notevoli e le decisioni che si prendono riguardano migliaia di persone, non solo chi si vede espropriare un terreno ma anche chi deve pagarle poi quelle opere per vedersi negare la possibilità di curare i propri cari in un posto vicino, o a chi per ricevere quelle cure deve attendere ore e ore in un pronto soccorso, o a chi si vede aumentare a dismisura le proprie bollette, anche del servizio idrico, per constatare poi che come si dice in Friulano “al è dut di fa” se siamo richiamati dall’Europa per il nostro servizio di depurazione delle acque o se abbiamo, come sostiene la maggioranza, gli acquedotti della regione più bucati d’italia che perdono acqua da tutte le parti, dove vada a finire quest’acqua non si sa.

Non arrivare a capire questo è segno di poca o scarsa lungimiranza e non serve aver fatto la gavetta auspicata dal consigliere Cargnelutti per capirlo, basta il giudizio di un cittadino qualsiasi di questa regione che ogni giorno si trova di fronte a questi problemi.

Chiudo perché non possono passare inosservate le parole del consigliere Cargnelutti, il quale citando il fenomeno dei social network e dei riflessi che questi potrebbero avere sulla popolazione ha commesso l’errore di citare il movimento 5 stelle. Grosso errore, atteso che rifiutando i rimborsi elettorali ed essendo contrario ai finanziamenti per l’editoria il movimento 5 stelle a differenze di altre formazioni politiche non conta su un giornale di informazione che più di fare informazione fa propaganda, spesso raccontando una realtà che non esiste, quanti danni hanno fatto questi nella nostra società e nel nostro Paese? Quanti danni fanno i Telegiornali nazionali che non passano la notizia che un gruppo di cittadini entrati nelle istituzioni ha restituito agli italiani 80 milioni di euro, ma sono pronti a sottolineare che la bocciata proposta referendaria avrebbe portato un risparmio di un miliardo di euro, per poi però venir smentiti dai fatti e dai documenti della ragioneria della Camera dei Deputati che ha attestato quei risparmi in 57,7 milioni di euro.

E’ lo stesso errore che recentemente hanno commesso anche alcuni deputati del partito democratico a portare il caso del cyberfango in parlamento. Infatti, “Il sospetto è che sul web sia all’opera un sistema occulto di propaganda a favore del Movimento 5 stelle e contro il Pd e il governo che ruota attorno ad un account che porta il nome di Beatrice Di Maio, “star dei social a 5 stelle che ogni giorno insulta e diffama il presidente Mattarella, esponenti del Governo e deputati Pd”, dice Ettore Rosato, presidente dei deputati del Partito democratico.

Peccato che pochi giorni dopo si è appurato che dietro l’account di Beatrice di Maio ci fosse “Tommasa Giovannoni Ottaviani, moglie e madre di due ragazzi. Arredatrice di interni…, moglie del capogruppo Forza Italia alla Camera Renato Brunetta”.

Come non ricordare infine che è vero sui social la propaganda può essere negativa, quanto denunciato dal Consigliere Cargnelutti è vero, ma non ci riguarda, anche perché sfido il Consigliere che spesso presiede anche quest’aula a dire quando un messaggio veicolato dal mio gruppo consiliare si sia rivelato falso. Se lo trova ce lo dica pure saremo ben felici di smentirci, le auguro buon lavoro perché di comunicati ne abbiamo fatto qualche migliaio di tweet e post su facebook qualche centinaio di migliaia.

Ma come detto è vero, il web può avere i suoi risvolti negativi, ormai basta un tweet e si diventa presidenti del consiglio rasserenando qualcuno, speriamo che il tweet del Ministro Gentiloni in cui concordava sul fatto che “dovremmo cedere sovranità ad un’Europa unita e democratica” non gli abbia permesso di diventare premier.

Buon lavoro a tutti i colleghi.