Grandi derivazioni idroelettrico: ritardo regolamenti, chi indennizza i cittadini di montagna?

“Fra poco festeggiamo un anno dall’approvazione della legge regionale 21, votata in aula il 27 ottobre scorso, eppure dei regolamenti previsti neppure l’ombra”. Lo rilevano il deputato del MoVimento 5 Stelle, Luca Sut, e i consiglieri regionali pentastellati Cristian Sergo e Mauro Capozzella.

“Abbiamo già interrogato la Giunta sulle tempistiche di scrittura di questi testi, ma soprattutto sul coinvolgimento degli enti locali interessati, non appena scaduti i termini di legge previsti per la loro stesura – aggiungono gli esponenti M5S -. Ricordiamo infatti che entro centottanta giorni, ovvero entro il 6 maggio 2021, doveva essere fissato, con regolamento, l’importo unitario della componente fissa dei canoni da corrispondere da parte dei concessionari e la norma transitoria prevedeva che nel corso del 2021 i concessionari pagassero sia il vecchio corrispettivo sia l’eventuale conguaglio previsto laddove il canone nuovo fissato fosse più elevato. Il regolamento doveva prevedere anche le modalità di destinazione degli introiti alle comunità interessate dalle derivazioni, per molte delle quali gli introiti dei canoni dei concessionari rappresentano una delle principali fonte di sostentamento”.

“Ma ancora più grave è che entro tre mesi dall’approvazione della norma, e quindi entro il 6 febbraio 2021, doveva esser emanata una semplice deliberazione da parte della Giunta Fedriga con cui stabilire le tipologie di servizi pubblici e le categorie di utenti che possono beneficiare dell’energia gratuita ai fini del miglioramento qualitativo e quantitativo dei servizi prestati – aggiungono Sut, Sergo e Capozzella -. Energia che i concessionari sono (ma verrebbe da dire sarebbero) obbligati a fornire annualmente alla Regione, da destinare nella misura del 100% ai servizi pubblici e alle categorie di utenti dei territori delle Comunità di montagna e dei Comuni interessati dalle derivazioni”.

“Anche di tutto questo non si hanno notizie. È inutile dire che a tutto c’è un limite, anche alla pazienza: quello che ci chiediamo è chi risarcirà i Comuni e i cittadini della montagna per questi ritardi ingiustificati. La legge regionale – concludono i portavoce – non è stata impugnata dal Governo, se ci sono altri motivi allora che lo si dica e si affrontino i problemi per cercare le necessarie soluzioni. Ma non si possono scrivere alcune cose in una legge, se poi non si fanno rispettare”.