Tagliamento, dopo quasi 60 anni si aprono ancora tavoli. Prevalga il buon senso al cemento

“È a dir poco imbarazzante constatare che dopo quasi 60 anni di studi, progetti e discussioni siamo di fronte all’avvio dell’ennesimo Tavolo per stabilire le opere da realizzare per mettere in sicurezza il Tagliamento, quando in realtà la previsione della traversa di Pinzano è inserita nero su bianco nel piano di gestione rischio alluvioni aggiornato meno di 4 mesi fa”. Lo affermano i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo e Mauro Capozzella, dopo le audizioni di oggi dei sindaci interessati in IV Commissione.

“Ci troviamo a dover rifare tutto daccapo per trovare soluzioni che dovrebbero andare bene a tutti i sindaci e alle comunità che vivono lungo il corso del fiume, e non soltanto ad alcuni, come chiaramente emerso nella seduta odierna – continua Sergo -. In tutti questi anni, evidentemente, si è perso tempo, pagando carte, progetti e consulenze per sognare grandi opere mai condivise con i territori, mentre di quelle effettivamente necessarie se ne sono eseguite pochissime, sicuramente troppo poche se siamo ancora all’anno zero”.

“Unica consolazione rimane la fortuna di non aver visto realizzare certi interventi che avrebbero creato soltanto danni sul piano ambientale (quello economico è relativo) senza risolvere i problemi ma forse creandone altri. Fa piacere constatare – aggiunge il capogruppo M5S – che ultimamente tutte le forze politiche si schierano contro le grandi opere inutili, ma si sa la campagna elettorale per le regionali ormai è alle porte. Merito nostro è stato quello di esserci da sempre schierati con gli amministratori che hanno anteposto il buon senso al cemento”.

“Se dopo tre anni e mezzo dalla sua nomina, la traversa di Pinzano è prevista negli interventi del Piano di gestione del rischio alluvioni, è solo perché l’assessore Scoccimarro non ha chiesto di toglierla – conclude Capozzella -. L’apertura dell’ennesimo tavolo sia quantomeno una reale ricerca di soluzioni diverse, e non un modo per prendere tempo davanti a decisioni già prese e che, peraltro, finirebbero per penalizzare un territorio, scontentando i sindaci del medio corso e premiando invece un’area e chi la rappresenta in Consiglio regionale”.