«Segnalati alla Procura alcuni profili contraddittori e potenzialmente illegittimi riguardanti l’Accordo di programma per la Ferriera di Trieste»

 

 

 

«Abbiamo segnalato alla Procura della Repubblica di Trieste alcuni profili contraddittori e potenzialmente illegittimi riguardanti l’Accordo di programma per la Ferriera sottoscritto lo scorso 21 novembre dalla presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, dai ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico, oltre che dall’Autorità Portuale di Trieste e da Siderurgica Triestina, la società interamente controllata dal gruppo Arvedi, che ha acquisito l’impianto industriale di Servola». A darne notizia è il portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, AndreaUssai, che ha sottoscritto la segnalazione insieme ai consiglieri comunali del MoVimento 5 Stelle Paolo Menis e Stefano Patuanelli.

 

«Ancora una volta abbiamo segnalato il conflitto di interessi rispetto al ruolo assunto dell’ingegnere Francesco Rosato. L’ex direttore della Ferriera sotto la precedente gestione Lucchini, ex consulente del Comune di Trieste chiamato a valutare i possibili investimenti alternativi all’attività siderurgica e oggi amministratore di Siderurgica Triestina (insieme al Cavalier Giovanni Amedeo Arvedi e a Mario Carlo Caldonazzo), nel 2013 è stato rinviato a giudizio, presso il tribunale di Grosseto, per smaltimento illecito di rifiuti – ricorda Ussai -. Secondo l’accusa si tratta di un’attività legata alla sua precedente direzione della Ferriera. Per la normativa in materia (l’art. 252-bis, comma 4, del decreto legislativo 152/2006) “i soggetti interessati […] non devono essere responsabili della contaminazione del sito oggetto degli interventi di messa in sicurezza e bonifica”».

 

«È vero che la normativa prevede delle eccezioni, ma unicamente nel caso in cui sussistano ulteriori, precise condizioni. Tra le altre, un piano finanziario che garantisca la sostenibilità economica degli interventi “in misura non inferiore a dieci anni”. Quello presentato da Siderurgica Triestina e allegato all’Accordo, invece, riguarda il solo triennio 2014-2016 – sottolinea il portavoce M5S -. Nell’Accordo inoltre è stato espressamente dichiarato, a firma dell’amministratore Mario Caldonazzo, che sussistono i requisiti richiesti dall’articolo 252-bis. Se invece dovessero venir confermate le responsabilità dell’ingegner Rosato in merito alla contaminazione del sito della Ferriera – attacca Ussai – potremmo trovarci di fronte a un falso, circostanza che renderebbe di fatto nullo l’intero Accordo sottoscritto a novembre e che farebbe ricadere pesantemente questo fallimento politico sul sindaco di Trieste e sull’attuale maggioranza capitanata dal Pd che come sempre si ostina a sponsorizzare i soliti amici e indagati».

 

«Per queste ragioni abbiamo chiesto alla Procura della Repubblica di Trieste di accertare e valutare se ci siano fattispecie penalmente rilevanti. Se così fosse – conclude il consigliere regionale – ci aspettiamo un pronto intervento da parte della magistratura».

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