Politiche abitative, ennesima ordinanza contro discriminazioni del centrodestra

“A fare notizia non è tanto l’ennesima ordinanza di Tribunale contro la norma che obbliga i cittadini di Paesi extra UE di presentare la documentazione che attesti la mancanza di proprietà immobiliari nel Paese di origine, quanto il fatto che il centrodestra ancora non abbia provveduto a modificare la legge, nonostante le ormai numerose pronunce giudiziarie”. Lo afferma la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo, dopo che il 31 gennaio scorso il Tribunale di Udine ha accolto il ricorso presentato dall’associazione ASGI e da una coppia di coniugi che si erano visti negare il contributo regionale per la prima casa.

“L’ordinanza del Tribunale, per l’ennesima volta – continua Dal Zovo -, conferma il carattere discriminatorio della norma che costringe i cittadini provenienti da Paesi che non fanno parte dell’Unione Europea, anche se titolari di permesso di soggiorno di lungo periodo, di presentare una documentazione che invece non è richiesta agli italiani e ai cittadini di Paesi UE. Il giudice di Udine non ha solo rimosso la discriminazione nei confronti dei ricorrenti, ma ha riconosciuto il carattere collettivo della discriminazione operata dalla Regione”.

“Secondo il Tribunale, la modifica del regolamento apportata dalla Regione che consente ai cittadini extra UE di presentare una dichiarazione sostituiva di certificazione dell’impossidenza immobiliare solo qualora dimostrino l’impossibilità di produrre la richiesta documentazione non sana la situazione, anzi è un’elusione di quanto già ordinato precedentemente da altri giudici – rimarca l’esponente M5S -. Da qui la sanzione di 3.500 euro che la Regione dovrà pagare a ciascuno dei ricorrenti, oltre a 100 euro per ogni giorno di ritardo nell’esecuzione degli ordini di rimozione della norma discriminatoria, oltre a dover pubblicare l’ordinanza sul ‘Corriere della Sera’ e un avviso sul sito istituzionale che chiarisca come non sia necessario presentare la documentazione oggetto del ricorso: una spesa complessiva di almeno 30 mila euro che si sommano alle cause precedenti”

“Sarebbe stato sufficiente approvare l’emendamento che abbiamo presentato in occasione della legge di bilancio per evitare l’ennesima pronuncia di un giudice contro la Regione – conclude Dal Zovo -. Ci auguriamo che questo sia l’ultimo capitolo di quella che lo stesso centrodestra ha definito ‘schermaglia giuridica’, voluta dalla maggioranza per pura ideologia. Tutto questo gettando alle ortiche risorse regionale e, peggio ancora, sulla pelle di chi ha bisogno di una casa”.