Nodo Udine, assurdo spendere milioni e non risolvere il problema

“È assurdo che si spendano soldi per non risolvere il problema più sentito per i cittadini”. Lo affermano il capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Cristian Sergo, e il consigliere comunale pentastellato Domenico Liano, sulla previsione nel Piano di investimenti di Rete Ferroviaria Italiana in merito al cosiddetto “nodo di Udine”.

“La popolazione chiede e si aspetta da tempo l’intervento e il raddoppio della linea esterna e in trincea – aggiungono Sergo e Liano -. Si sono spesi milioni di euro in questi anni, e si prevede di spenderne altre centinaia, e sarebbe abbastanza difficile da spiegare ai cittadini perché non si riesca a fare un intervento infrastrutturale che permetta il raddoppio di questa linea e il conseguente spostamento di tutti i treni sulla linea esterna, consentendo di risolvere gli attuali problemi di capacità e di velocità, spendendo pochi milioni”.

“Se si dovessero utilizzare, oltre ai soldi già investiti in questi anni, ulteriori 200 milioni senza risolvere quella che è una precisa istanza di un’intera parte della città di Udine, sarebbe una vera e propria beffa e una presa in giro da parte di chi si dovesse assumere questa responsabilità – continuano gli esponenti M5S -. Abbiamo da sempre chiesto meno annunci e tempi certi per l’effettivo superamento dei passaggi a livello. Non tollereremo che da qui al 2023 questo sia, per l’ennesima volta, un tema buono solo per la campagna elettorale in città. Rfi, Regione e Comune di Udine devono dare messaggi chiari e definitivi ai cittadini che, dopo decine di anni, attendono la soluzione a quello che per tutti è un problema da risolvere”.

“L’intervento sul nodo di Udine non può prescindere dal raddoppio di pochi km della linea esterna, che è esattamente quell’intervento infrastrutturale che la stessa Rfi intende come necessario per lo spostamento dei treni. Il nodo di Udine ha visto il suo via libera nel 2016 con l’Accordo Rfi- Regione, in 5 anni non è stato messo un chiodo e ora si pretende che da qui al 2026 non solo si realizzino queste opere, ma si interrino anche i binari con il progetto Udine 2050 e si raddoppi la Udine Cervignano. Saranno anni molto interessanti. Come al solito – concludono i portavoce del MoVimento – i cittadini di Udine Est sono ostaggio non tanto dei treni che ne paralizzano la mobilità, creano problematiche sulla sicurezza e aumentano le polveri sottili della zona, ma di chi rincorre grandi progetti faraonici, senza volere intervenire prima nelle opere davvero necessarie, che hanno un solo difetto: non costano centinaia di milioni di euro”.