IMPIANTO BIOGAS DI SAN FOCA: CHIEDIAMO CHE SI FACCIA CHIAREZZA UNA VOLTA PER TUTTE

Il MoVimento 5 Stelle di San Quirino chiede urgentemente un approfondimento in Consiglio comunale e un’assemblea pubblica sull’inquinamento provocato dall’impianto di biogas di San Foca di proprietà della Sito Energy. «In Consiglio dobbiamo andare a fondo su quanto accaduto nel passato e prevedere gli sviluppi futuri, mentre durante l’assemblea – spiega il consigliere comunale del MoVimento 5 Stelle Mauro Rampogna – è urgente fornire ai residenti tutte le informazioni sull’impatto ambientale dell’impianto, nonché garantire che i valori di mercato degli immobili e dei terreni della frazione di San Foca non subiscano una pesante svalutazione a causa della vicinanza alla centrale».

«La giunta di San Quirino sta verificando che Sito Energy rispetti le Norme tecniche di attuazione del Piano regolatore?» chiede ancora Rampogna -. «Vogliamo inoltre sapere se il Comune abbia concertato con l’Azienda sanitaria la predisposizione dei controlli del particolato (PM10) e del biossido di azoto (NO2). Bisogna ricordare infatti che, in base alle nuove disposizioni europee, l’Italia è sotto procedura di infrazione proprio per il superamento dei valori limite di PM10 e NO2».

«I risultati delle analisi dei fumi della centrale biogas Sito Energy, effettuate il 22 settembre del 2015 su commissione della Procura e del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, dimostrano che l’impianto non era a norma. Al momento delle autorizzazioni l’impianto non rispettava infatti i limiti dettati dal D.lgs 152/2006 – attacca il consigliere comunale del M5S -. Le analisi di Arpa Emilia Romagna evidenziano infatti un anomalo superamento dei limiti di legge durato per ben tre anni e mezzo, fino a quando, il 26 luglio del 2016, Sito Energy alla fine è stata sanzionata e costretta a installare un costoso post-combustore per rientrare nei limiti».
«Cos’ha fatto il Comune di San Quirino per limitare questo inquinamento?» si domanda Rampogna che su questo punto insiste. «L’amministrazione guidata da Giugovaz è in grado di mostrare pubblicamente la richiesta di intervento indirizzata ad Arpa Fvg che ha poi portato ai controlli da parte di Arpa Emilia Romagna nel settembre del 2015? Inoltre – aggiunge il portavoce pentastellato – va spiegato perché, il 16 novembre 2015, Arpa Fvg comunichi al Comune di San Quirino (il 16 novembre del 2015) di aver consegnato alla Procura di Pordenone gli esiti delle analisi e nessuno chieda chiarimenti all’ingegnere Pellizzoni di Arpa Fvg che, su proprio in quel documento, si era reso disponibile a fornire maggiori informazioni. Su tutti questi aspetti e sulle responsabilità va fatta chiarezza una volta per tutte».

«Va ricordato che solo a seguito di una nostra precisa richiesta rivolta ad Arpa Fvg le analisi sono diventate di pubblico dominio – spiega la consigliera regionale del M5S Eleonora Frattolin -. Se fosse stato per i soggetti coinvolti le risultanze dell’inquinamento sarebbero ancora chiuse in qualche cassetto. Intanto continuano ad essere molto forti le preoccupazioni dei cittadini sulla nocività degli impianti di biogas. Allo stesso tempo i sindaci sono quanto meno disorientati dalla normativa regionale del settore. Al momento la decisione sulle autorizzazioni per gli impianti più piccoli è delegata in via esclusiva ai sindaci (quella invece di San Foca è stata autorizzata dalla Conferenza dei servizi), primi cittadini che spesso non hanno le conoscenze e le informazioni sufficienti per valutare l’impatto e le conseguenze sul territorio causate da queste centrali. È sempre più necessario fare un serio approfondimento sulle cosiddette “soglie critiche”. È noto infatti che sotto 1 megawatt non sia necessaria la Valutazione di Impatto Ambientale. Su questo però la politica deve prestare la massima attenzione: un conto sono i piccoli impianti aziendali che riciclano i sottoprodotti e gli scarti aziendali, un altro – conclude Frattolin – sono i megaimpianti che stanno proliferando sotto mentite spoglie».