Emergenza idrica, risolvere problemi strutturali dopo decenni di inerzia

“Sull’emergenza idrica avremmo voluto che il presidente Fedriga informasse l’aula nella seduta di martedì sulle azioni che intende intraprendere per arginare il problema: attendiamo di leggere sui giornali i contenuti dell’ordinanza che varerà. Su indicazione non si sa di chi, di sicuro non del Consiglio regionale”. Lo afferma l’esponente del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo. “Una crisi sicuramente contingente nelle proporzioni, ma che ha radici lontane e che fa emergere tutti i problemi che negli anni non si sono voluti affrontare, figuriamoci risolvere. Stavamo attendendo pazientemente che qualcuno si scagliasse contro i pozzi artesiani, perché evidentemente il capro espiatorio è sempre pronto”.

“Ha ragione l’ing. Mauro Trevisan di Hydrogea a parlare del grande spreco idrico sul territorio, legato anche ai pozzi artesiani ma dovrebbe specificare di quale spreco sta parlando. Ma, come spesso abbiamo detto, lo spreco va combattuto ovunque e i pozzi vanno salvaguardati da ogni scellerato attacco, per evitare quelle che gli addetti ai lavori, e non i cittadini, hanno definito conseguenze disastrose. L’ing. Trevisan dovrebbe raccontare tutta la verità, se non altro per dare le giuste informazioni ai cittadini e ai suoi utenti. In primis dovrebbe ricordare che per un anno, tra il 2015 e il 2016, Hydrogea ha partecipato a 14 sedute del Tavolo Tecnico, chiesto a gran voce da oltre 22 mila cittadini e previsto dal Piano Regionale Tutela Acque, al fine avviare una seria sperimentazione sulla possibile limitazione di portata dei pozzi artesiani – continua il consigliere M5S -. Questo perché il PRTA, adottato nel 2012 dalla Giunta Tondo, ne prevedeva la definitiva strozzatura che, per stessa ammissione degli addetti ai lavori, avrebbe provocato non solo la chiusura dei getti, ma il collassamento dei pozzi”.

“Le informazioni che abbiano ci dicono che il tavolo non è stato più convocato dal luglio 2016 e che in tutta la regione sia stata avviata la sperimentazione solo a Cervignano e solo su un pozzo. Se questo è il modo serio di affrontare i problemi del servizio idrico capiamo anche certe uscite sui giornali – rimarca Sergo -. Nulla più si è saputo del destino dei pozzi artesiani, nonostante il nostro pressing per rivedere il PRTA anche da questa Giunta che, come sempre, ha preferito non metterci mano. Il piano prevedeva la concessione di contributi ai privati per l’adeguamento delle fontane, circa sei milioni di euro: in quattro anni la cifra erogata è stata pari a quella dei litri risparmiati, zero”

“Nonostante questo nessuno si pone problemi per l’emungimento delle falde artesiane da parte degli stabilimenti industriali. Non più tardi di un anno fa, la Regione ha concesso il nulla osta al prelievo della falda di San Vito al Tagliamento di ben 127 milioni di litri di falda artesiana alla ditta Kronospan – spiega il portavoce -. Dopo le nostre osservazioni e quelle dei cittadini della zona si è riusciti a rideterminare questa cifra, ma sempre di decine di milioni di litri si parla e senza precipitazioni saranno destinati a salire”.

“Rimane il fatto che nel marzo 2021 per la Regione il prelievo di acqua di falda in maniera così consistente era del tutto normale. Nulla negli anni si è fatto per far convogliare le acque nelle zone industriali, anche quelle emunte a monte dai pozzi artesiani della pianura friulana per un loro riuso, ma soprattutto per evitare il depauperamento delle falde più superficiali. Questo vale per San Vito al Tagliamento, come per l’Aussa Corno, dove ogni giorno si prelevano milioni di litri di acqua potabile invece di riutilizzare quella già emunta. Ma se si preferiscono rifare le sedi dei gestori invece che gli acquedotti che realmente servono all’ambiente, e non alle casse di chi gestisce il servizio, saremo sempre nella stessa situazione. Attendiamo le misure indicate dal presidente Fedriga – conclude Sergo -, sperando che tenga conto di quale sia la reale situazione del territorio, dove si possa intervenire subito e dove sia necessario investire per evitare che i nostri acquedotti di cemento amianto, vecchi e da sostituire, disperdano la risorsa idrica”.