ELETTRODOTTO UDINE OVEST-REDIPUGLIA: IL TAR AMMETTE CHE I DANNI DI TERNA SONO IRREVERSIBILI

Sette mesi. Questo è il tempo che i giudici del Tribunale Amministrativo del Lazio si sono presi per poter decidere in merito ai ricorsi avanzati dai comuni sulla realizzazione dell’elettrodotto Udine Ovest-Redipuglia. E questa sarebbe la miglior tutela delle esigenze cautelari richieste dai sindaci che avrebbero voluto la sospensiva dei lavori. Cantieri che secondo il Tar non provocheranno danni maggiori a quelli già fatti da un’opera che è già stata realizzata all’80%. I giudici, accogliendo la tesi di Terna spa, sostengono che mancherebbe meno di un chilometro al completamento dell’opera ma – aspetto ancora più significativo – affermano altresì che le opere di completamento dell’elettrodotto “non sembrano avere carattere irreversibile”. Come a dire: qualora venisse accolto il ricorso dei sindaci i piloni potranno essere abbattuti e il paesaggio salvaguardato!

È esattamente quello per cui combattiamo da quattro anni in Consiglio regionale e in Parlamento. Anche questa mattina, infatti, è stata discussa alla Camera dei deputati un’interpellanza urgente, presentata dal deputato del MoVimento 5 Stelle Francesco D’Uva, con cui si chiedeva al governo Gentiloni di intervenire nei confronti di Terna spa per convincerla a non sprecare ulteriori risorse per completare un’opera su cui pendono già di nuovo molti ricorsi e che a nostro avviso è stata di nuovo viziata nella sua autorizzazione da una procedura di Via incompleta.
Ricordiamo che sono molte le contraddizioni emerse anche nel corso della recente audizione in Consiglio regionale. Le alternative ci sono, dall’interramento lungo la Terza corsia dell’A4 alla realizzazione dell’Interconnector tra il Veneto e la Slovenia da 869 milioni di euro completamente interrato, studiato proprio per decongestionare la rete di trasmissione nazionale, ma Terna sembra essersene dimenticata. Per questo continueremo questa battaglia a tutto campo senza retrocedere nemmeno di un centimetro.