Discorso sul programma di Governo – Sergo Cristian

Egregio Presidente, Assessori, Consiglieri,
Il PD ha chiesto e ottenuto di esaminare il Suo programma di Governo con un giorno in più rispetto a quanto abbiamo potuto fare noi nella scorsa legislatura, quando le linee programmatiche della Presidente Serracchiani vennero illustrate in 45 minuti e non in mezz’ora e ci vollero 12 pagine per la loro trascrizione e non 7 come per il Suo discorso. A noi bastarono 8 giorni per bocciare quel programma tra lo stupore della Presidente che non si capacitava di come pur essendoci affinità tra i due programmi elettorali avessimo potuto votare contro il suo programma di governo. Il tempo ha dimostrato che a noi son bastati solo 8 giorni per vederci non bene, benissimo.

Mi sarei aspettato di sentire da Lei qualcosa in più rispetto a quanto contenuto nel già scarno programma elettorale e invece devo constatare che è riuscito a fare ancora meglio e a dire ancora meno cose davanti ai consiglieri regionali.
Ora io non so se nei prossimi mesi devo aspettarmi quello che ci ha riferito in Aula o se devo aspettarmi quello che c’è scritto nel programma elettorale e soprattutto chiedermi perché in uno mancano alcuni passaggi presente nell’altro?

Nel corso della passata legislatura mi sono occupato di molte vicende sulle quali però non ho potuto sentire da Lei nemmeno una parola. Le motivazioni le capirò col tempo, ma come lei ha promesso “di impegnarsi e di sbagliare” io le posso promettere “di non sbagliare a impegnarmi” affinchè i tanti problemi rimasti irrisolti in questa regione trovino finalmente una soluzione. Noi in questo caso ci saremo come ci siamo sempre stati la scorsa legislatura, a volte ascoltati molte volte no.

Ad esempio, benvenga la riduzione dell’IRAP ma dovrà spiegare a quest’aula come la sola riduzione e non l’abolizione possa rendere più agile il rapporto con la Pubblica Amministrazione. Se facciamo pagare meno gli imprenditori i passaggi burocratici rimangono gli stessi. E’ sparito dal suo discorso il riferimento all’addizionale all’Ires per le Grandi Imprese. Avete già cambiato idea?

Benvenga l’autonomia della misura di sostegno al reddito da quelle nazionali. Lo chiediamo da soli due anni inascoltati. Il problema è che ci sono migliaia di famiglie che stanno aspettando da mesi i loro soldi. Ecco perché è giusto rendere la nostra misura indipendente, soprattutto dai farraginosi controlli dell’INPS, ma bisogna da subito trovare delle soluzioni atte a restituire la dignità a quelle persone che non solo fanno fatica ad arrivare a fine mese, ma faticano ad arrivare alla prima settimana.

Stessa dignità e stessi ritardi subiscono anche i nostri Agricoltori per colpa dell’ente NON pagatore AGEA, grazie al quale vengono pagati per penultimi in Italia. Ma su questo non abbiamo potuto né leggere, né sentire nulla dal suo programma. Ho avuto modo di apprezzare le parole dell’Assessore Zannier in cerca di soluzioni immediate ma il problema si riproporrà e noi cosa faremo? Non è dato saperlo. Altri agricoltori della nostra pianura si son visti calpestare il proprio terreno da centinaia di Piloni. E’ sua intenzione lasciarli dove sono o fiancheggiare chi ancora oggi con dignità lotta per il loro abbattimento?

Stessa dignità che è stata calpestata a molti soci prestatori delle due Grandi Cooperative Fallite a Trieste e a Tolmezzo: nulla è stato più detto per loro finita la Campagna Elettorale. Come verranno perseguiti gli obiettivi di rendere giustizia a queste persone che hanno una sola colpa: essersi fidati non solo del sistema cooperativo ma anche della Regione Friuli Venezia Giulia che doveva vigilare sui loro risparmi.

Stessa dignità che è stata tolta a tutte quelle mamme che per partorire devono fare diversi km in auto e pregare che i cantieri dell’A4 permettano loro di raggiungere l’ospedale più vicino. Per l’aumento demografico cosa avete previsto? Non si sa. Nulla sappiamo su problemi irrisolti che han impegnato a lungo quest’aula: pozzi artesiani, fognature, l’Aussa Corno, i dragaggi il trasporto di bramme.

Ma c’è anche la dignità che viene calpestata ogni giorno festivo in cui una commessa o un piccolo commerciante deve lasciare la propria famiglia per recarsi nel negozio dove lavora e passare una domenica tra persone che preferiscono rinchiudersi in un centro commerciale invece di visitare quelle che lei stesso ha definito le migliori frecce al nostro arco: il mare, la montagna, il Collio, il Carso, la Laguna e i nostri beni artistici. Forse Lei Presidente ricorderà queste parole: “La liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali mette a rischio la sopravvivenza di molti piccoli negozi, esponendoli a una dura concorrenza con la grande distribuzione. Queste sono le parole che accompagnano una proposta di legge da

Lei sottoscritta il 25 settembre 2013 alla Camera dei Deputati, ovvero il Giorno dopo un Voto alle Camere del M5S approvato all’unanimità in quest’aula per rivedere le liberalizzazioni del Governo Monti. Lei in Campagna Elettorale ha detto di voler stringere un patto con la GDO per rivitalizzare i centri storici: mi auguro che aprire un supermercato in Piazza Unità non faccia parte del patto. A vedere l’assessore Bini far la spesa il 2 Giugno in un Supermercato qualche preoccupazione per le piccole medie imprese del commercio mi viene.

C’è un’altra Sua proposta di Legge che sarà bene rispolverare dai cassetti di Montecitorio: PDL 4221 presentata nel gennaio 2017 nella cui relazione si leggeva che “sarebbe doveroso rendere pubblici i nomi dei principali debitori. Se le banche vengono salvate con soldi pubblici, infatti, è quantomeno legittimo che i cittadini conoscano i responsabili che hanno reso necessario un così ingente impiego di risorse statali nel sistema bancario”. Nel suo discorso non abbiamo sentito dire che i cittadini di questa Regione potranno finalmente conoscere i nomi dei debitori di Mediocredito FVG, ma se non vuole parlare del passato dell’Ente, Presidente, nemmeno sul suo futuro in aula abbiamo sentito qualche parola.

Nulla ha detto, così come nulla ci disse in aula la Presidente Serracchiani, del futuro del nostro Aeroporto se non l’auspicio di avere nuovi vettori che lo riempiano. Nulla si è detto sul piano industriale di Enav e sul futuro degli operatori. Gli ultimi dati (-20% di voli e -1,7% di passeggeri da gennaio ad aprile) vedono allontanarsi il raggiungimento della cifra di un milione di passeggeri già nel 2018. Nulla ovviamente poteva dire sull’esito della Gara rimasta senza Offerte.
Non so se devo gioire del fatto che nel passaggio dal programma elettorale al programma di governo sia sparito il riferimento all’alta capacità Ferroviaria, limitandosi lei a parlare di alta velocità. Presidente avremo modo di conoscerci e proverò a spiegarle quello che anche i muri della IV commissione hanno capito ma non chi l’ha preceduta. Nella nostra Regione, come afferma lo stesso Amministratore Delegato di RFI Mazzoncini l’alta velocità non può esistere. Anche spendendo 1,8 miliardi di euro nella nostra Regione i treni potranno viaggiare solo a 200 km orari guadagnando, forse, un quarto d’ora sulla Venezia Trieste. Sa a quanto vanno le Frecce in Italia? A 350, anzi no, è notizia di una settimana fa che il Ministero dei Trasporti (che era ancora guidato dal PD) ha bocciato questa possibilità per cui si viaggerà ancora a 300 km/h. E voi nel programma elettorale parlate non solo di alta velocità ma anche di alta capacità, rispolverando così il vecchio progetto fermo da 7,5 miliardi che colpevolmente Governo e Regione negli anni non hanno mai voluto cancellare nonostante le bocciature della Commissione Tecnica Via. E chi paga?

Noi sig. Presidente, perché a questo servono i soldi che via via si rinegoziano con i patti Padoan-Serracchiani o Tondo-Tremonti che dir si voglia. Noi fingiamo di aiutare le casse dello stato e poi lo stato ritorna questi soldi alla Regione sotto forma di Grandi Opere Inutili. Infatti, contrariamente da quanto afferma la propaganda del PD il Debito Pubblico continua a salire miliardo dopo miliardo era 2261 nel marzo 2017 è 2302 nel marzo 2018, altro che scendere. Se volete ridiscutere quel patto dite a Roma che abbiamo sì bisogno di opere e di risistemare le nostre linee e le nostre strade ma che per farlo ci bastano uno forse due miliardi di euro ma che ci diano i restanti 6 miliardi per far ripartire le nostre imprese abbassandogli le tasse, per sistemare il nostro territorio, per dare un tetto sicuro alle scuole dei nostri figli, allora sì che avremo risanato le nostre casse creando sviluppo, lavoro per le imprese e nuova occupazione agganciandoci a quella ripresa da lei citata, abbandonando sogni di Gloria ma realizzando i sogni di tanti cittadini di questa regione che vogliono solo essere lasciati in pace, non essere inquinati, non venir tartassati da burocrazia e tasse e non in coda su strade e autostrade: in poche parole vogliono solo veder migliorata la loro qualità della Vita.