CONDANNA PER OMISSIONE D’ATTI D’UFFICIO? NESSUN PROVVEDIMENTO DALL’AMMINISTRAZIONE REGIONALE

Continua a sorprendere l’impunità garantita dall’amministrazione regionale ai dirigenti colpevoli, inadempienti o incompetenti. Nel maggio scorso il MoVimento 5 Stelle aveva interrogato la giunta Serracchiani per sapere quali provvedimenti o sanzioni disciplinari fossero stati adottati dall’amministrazione regionale nei confronti di un dirigente che, da poco, aveva patteggiato una condanna per omissione d’atti d’ufficio, ammettendo quindi di aver commesso quel reato. La risposta allora fu che l’amministrazione era in attesa di ricevere notizie ufficiali dal Tribunale penale competente.

«Solo più recentemente però, a seguito dell’ennesimo sollecito, siamo venuti a sapere come è andata a finire – svela la portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Eleonora Frattolin -. Una volta venuta a conoscenza della sanzione penale, la Regione non ha adottato alcun provvedimento disciplinare nei confronti del dirigente in questione. La giustificazione? Secondo la Regione gli elementi non sono sufficienti per arrivare a un’espulsione. Quasi per giustificarsi – aggiunge Frattolin – si sono “affrettati” a ricordare che, da febbraio 2014, il dirigente era stato assegnato ad altra struttura! Peccato che alla data di trasferimento, nessuno fosse ancora a conoscenza del patteggiamento (avvenuto in aprile 2015) e non si può quindi considerare questo come un provvedimento disciplinare!».

«Già in risposta alla nostra interrogazione di maggio la Giunta regionale aveva ammesso chiaramente che esiste un vuoto normativo sulle sanzioni disciplinari dei dirigenti, vuoto che da almeno cinque anni nessuno si è mai premurato di colmare. Il contratto collettivo del 2010 ha infatti disapplicato la legge che prevedeva la possibilità di applicare le varie sanzioni in maniera graduata (richiamo, multa, sospensione dal servizio, eccetera). A tutt’oggi – insiste la portavoce del M5S – nessuno si prende la briga di porsi la seguente domanda: “come va sanzionato un dirigente inerte o scorretto?” In attesa di una risposta, noi sicuramente non possiamo digerire il fatto che si chiuda un occhio e ci si limiti a “cambiare di parrocchia” il dirigente, conservandogli il posto, l’indennità e le responsabilità, magari in un ufficio dove può causare danni anche peggiori di prima».

«Per questi motivi – attacca Frattolin – chiederemo ulteriori chiarimenti alla giunta Serracchiani. Vogliamo sapere quali valutazioni e premi siano stati assegnati al dirigente all’epoca dei fatti, quale sia il motivo ufficiale del trasferimento di servizio, se siano mai stati presi dei provvedimenti disciplinari nei confronti di dirigenti regionali e quali azioni abbia intenzione di intraprendere per colmare il vuoto sanzionatorio attualmente vigente».
«Ci auguriamo di ottenere sollecite risposte che dimostrino in maniera inequivocabile che l’esecutivo regionale – conclude – non è ostaggio dei propri dirigenti».