CERTIFICATI MEDICI: MAGGIORANZA SCONFITTA

Maggioranza battuta in Consiglio regionale su un ordine del giorno proposto dal MoVimento 5 Stelle sull’esenzione del pagamento del certificato medico per le attività sportive non agonistiche amatoriali. «Dopo che l’assessore Torrenti aveva respinto il nostro ordine del giorno, siamo andati al voto e la maggioranza è andata sotto per un voto» spiega la portavoce del M5S Eleonora Frattolin.

«Si tratta di un impegno pesante – aggiunge -. Con questo ordine del giorno la giunta Serracchiani dovrà attivarsi affinché il certificato medico sportivo per attività non agonistica venga rilasciato gratuitamente dai medici di medicina generale del Friuli Venezia Giulia. L’esecutivo regionale dovrà inoltre adoperarsi con ogni mezzo perché anche il Ministero della salute riconosca la gratuità del certificato a livello nazionale».

La giunta Serracchiani, con alcune modifiche proposte dall’assessore Torrenti, ha accolto anche un altro ordine del giorno del MoVimento 5 Stelle finalizzato al sostegno all’attività motoria e sportiva dei giovani in condizione di disagio.

«Nonostante queste soddisfazioni, abbiamo votato contro il disegno di legge di modifica al testo unico sullo sport – sottolinea Frattolin –. Troviamo, infatti, inaccettabile il ruolo esclusivo che viene dato al Coni per quanto concerne la gestione dello sport scolastico e l’inserimento sempre del Coni fra i beneficiari dei contributi per l’organizzazione di manifestazioni sportive e per gli eventi di carattere straordinario. A nostro avviso queste iniziative non dovrebbero essere realizzate dal Comitato olimpico ma dalle singole associazioni, federazioni sportive e dagli enti di promozione. Con questa legge – conclude la portavoce M5S – si vuole riempire di funzioni il Coni, in fondo, per giustificare la sua esistenza».

Di seguito il testo integrale dell’intervento di Eleonora Frattolin.

Questo disegno di legge nasce con l’intento di rivedere la normativa esistente in tema di sport, la legge regionale 8/2003, in particolar modo per quanto riguarda le modalità e i canali contributivi. Come MoVimento 5 Stelle avremmo preferito di gran lunga che, magari prendendoci tutti più tempo – data la mancanza di una oggettiva urgenza -, si optasse per una completa revisione di tutta la materia, facendo un lavoro esaustivo, semplificativo e ampiamente condiviso, che non necessiti nel breve periodo di costanti aggiustamenti.
Pur configurandosi quindi come una semplice manutenzione della legge esistente, si è scelto tuttavia di introdurre delle modifiche sostanziali che avrebbero assolutamente richiesto un maggior approfondimento e che ci lasciano al momento parecchi dubbi sulla bontà complessiva di questo disegno di legge.
Entrando nel merito di questo provvedimento, apprezziamo la nuova formulazione delle finalità e l’esplicitazione degli obiettivi che la legge si prefigge, dando il giusto risalto al valore sociale, formativo ed educativo non solo delle attività sportive ma anche motorie, promuovendone e sostenendone la diffusione nei cittadini di ogni fascia d’età e condizione fisica. Ci auguriamo si riesca, tramite alcuni necessari miglioramenti al testo, ad intervenire anche a favore della diffusione dell’attività motoria tra le fasce di popolazione in condizione economica più disagiata: sarebbe un importante e concreto segnale del valore e del ruolo che riconosciamo allo sport nella tutela del benessere psico-fisico dei nostri cittadini, nonché del contributo dello stesso a quelle che dovrebbero essere efficaci politiche di prevenzione sanitaria e psicologica.
Una delle questioni più rilevanti e controverse affrontate dal disegno di legge, sulla quale mi soffermerò maggiormente, riguarda l’attività motoria e sportiva nella scuola: ad oggi, secondo la legge vigente, la Regione concorre con appositi contributi alla realizzazione di specifici progetti realizzati dalle istituzioni scolastiche, anche mediante convenzioni con le federazioni sportive, d’intesa con gli uffici provinciali del Miur. A questa modalità contributiva, negli ultimi anni si è affiancato uno specifico progetto denominato “Movimento 3S” cofinanziato da Governo e Regione FVG, che viene organizzato e coordinato dal CONI e che prevede l’impiego di docenti laureati in scienze motorie o diplomati ISEF per l’educazione motoria nelle scuole primarie e secondarie.
Con le modifiche apportate da questo ddl si prevede che l’unica forma di sostegno regionale dell’attività motoria nelle scuole si attui esclusivamente nell’ambito del progetto unitario coordinato dal CONI. Per giustificare questa decisione si afferma che il progetto ha avuto ottimi risultati, lasciando soddisfatto anche il Miur.
Questa scelta ci trova assolutamente contrari per diversi motivi: innanzitutto, eliminando la possibilità di finanziare singoli progetti delle scuole, si va in qualche modo a ledere l’autonomia delle istituzioni scolastiche, obbligandole di fatto ad aderire al progetto unitario proposto. Soprattutto non è stato minimamente preso in considerazione il fatto che la riforma scolastica recentemente varata dal Governo darà maggior autonomia gestionale ai dirigenti scolastici, in particolar modo riguardo all’assunzione dei docenti e all’organizzazione dell’attività, anche extrascolastica. Non ci si è soffermati poi sulle possibilità offerte dall’attuazione operativa delle reti di scuole in termini di gestione condivisa del personale docente. Con le previsioni contenute in questo ddl stiamo andando esattamente nel verso contrario a ciò che stabilisce la riforma.
Vale inoltre la pena ricordare alcuni punti della Risoluzione del Parlamento europeo del 13 novembre 2007 sul ruolo dello sport nell’educazione. Tra le altre cose, il Parlamento europeo:
– Invita gli Stati membri a prendere in esame, e ove necessario ad applicare, modifiche nell’orientamento dell’educazione fisica in quanto materia scolastica, tenendo conto delle necessità di carattere sanitario e sociale e delle attese dei bambini;
– Invita gli Stati membri a rendere obbligatoria l’educazione fisica nelle scuole primarie e secondarie e ad accettare il principio che l’orario scolastico comporti almeno tre lezioni di educazione fisica settimanali, mentre le scuole devono essere incoraggiate a sforzarsi di raggiungere tale obiettivo minimo, nella misura del possibile;
– Invita gli Stati membri e le autorità competenti a promuovere una consapevolezza del corpo e lo sviluppo della salute attraverso un più alto livello di integrazione tra sport e materie di studio;
– Invita gli Stati membri a garantire le condizioni di conformità alla quantità minima di lezioni di educazione fisica, tenendo presente che l’esercizio regolare contribuisce notevolmente a ridurre la spesa dell’assistenza sanitaria.

Alla luce di queste parole, sono tanti i dubbi e le domande che ci poniamo: con questo provvedimento stiamo facendo il possibile per rendere obbligatoria l’educazione fisica nelle scuole di ogni ordine e grado? Stiamo spingendo per arrivare al minimo auspicato dal Parlamento europeo delle tre lezioni settimanali? E siamo sicuri che l’inserimento di un insegnante coordinato dal CONI, che non partecipa ai consigli di classe – dove ci si confronta con gli altri insegnanti sulle problematiche degli alunni – e che svolge appena un’ora di lezione a settimana per pochi mesi, sia il modo corretto per incoraggiare nel modo migliore l’integrazione tra l’educazione fisica e il resto delle materie di studio?
Noi riteniamo di no.
Pur comprendendo la situazione di grave crisi economica che incide su tutte le politiche di governo, purtroppo dobbiamo evidenziare come l’istruzione, nello specifico la scuola pubblica, sia stata negli ultimi decenni quella che ha subito costantemente i maggiori tagli. In tale ottica è chiaro che il Ministero esprima soddisfazione per un progetto che permette di utilizzare dei docenti qualificati per un minimo di attività, lasciando al CONI la gestione dei contratti che vengono fatti rientrare nella fattispecie dei rimborsi a collaboratori sportivi fino a 7.500 euro/anno (ex Lege 342/2000) e quindi esenti da tassazione. Un progetto che, inoltre, non prevede riconoscimento di punteggio per i docenti coinvolti. Non ci sembra assolutamente questo il modo corretto di riconoscere l’alto valore educativo e formativo dell’unica materia scolastica che si occupa dello sviluppo psico-fisico, armonico ed equilibrato, dei nostri bambini.
Premettendo il fatto che, rispetto alla normativa che attualmente regola il finanziamento al CONI per il progetto 3S, le modifiche introdotte non prevedono più l’obbligo di presentazione semestre di un rapporto tecnico sullo stato di avanzamento del progetto e di un rendiconto finanziario, ci sembra che tutto l’impianto del disegno di legge vada nella direzione di attribuire sempre maggiori compiti al CONI.
Senza nulla togliere al ruolo di coordinamento che questo ha nei confronti delle Federazioni Sportive Nazionali, delle Discipline Associate, degli Enti di Promozione Sportiva e delle Associazioni Benemerite, non possiamo non rilevare come in tutti gli altri Stati i Comitati Olimpici abbiano la sola funzione di gestire ed organizzare la rappresentativa nazionale che partecipa ai Giochi Olimpici e Paralimpici.
Oltre al possibile “monopolio” nel settore dell’educazione motoria scolastica, non riusciamo a comprendere perché il CONI debba essere ricompreso tra i beneficiari di contributi per manifestazioni sportive o eventi sportivi straordinari. Secondo il MoVimento 5 Stelle non deve essere il CONI ad organizzare eventi ma le singole Federazioni, Associazioni, società o Enti di Promozione!
Troviamo altresì discriminatorio che si preveda un nuovo articolo riguardante l’introduzione di contributi annuali agli enti di promozione sportiva a sostegno della loro attività istituzionale. Questi enti hanno già accesso ai contributi per le manifestazioni che prevedono la possibilità di destinare una percentuale del 20% del contributo per le spese generali di funzionamento, ragion per cui non riusciamo a capire perché abbiano diritto anche ad un contributo costante annuale, a differenza delle restanti associazioni e società che promuovono l’attività sportiva.
Altra scelta poco condivisibile, alla quale auspichiamo si porrà rimedio con emendamenti in Aula, è quella di aver in qualche modo sminuito il ruolo e le competenze dei percorsi di alta formazione (Laurea in Scienze Motorie e Diploma ISEF) sia in riferimento all’incarico di direttore tecnico delle strutture sportive, sia per quanto riguarda la formazione degli operatori e dei dirigenti (che viene affidata unicamente alla Scuola dello Sport del CONI), che in ambito di educazione motoria e sportiva a scuola.
Nell’attesa dei possibili miglioramenti che verranno apportati al disegno di legge, anche attraverso l’approvazione degli emendamenti che presenteremo, ci auguriamo che il testo finale approvato dall’Aula finisca per essere, almeno in alcune parti sostanziali, decisamente diverso da quello uscito dalla Commissione.