Cavità naturali del Friuli Venezia Giulia, il MoVimento 5 Stelle chiede il monitoraggio delle grotte inquinate.

Il MoVimento 5 Stelle prosegue la sua battaglia in difesa delle grotte e delle cavità naturali che costituiscono un patrimonio naturale di estrema importanza da tutelare con determinazione. I deputati Aris Prodani e Walter Rizzetto e la consigliera regionale Ilaria Dal Zovo hanno depositato infatti due interrogazioni rispettivamente alla Camera dei deputati e in Consiglio regionale.

«Bisogna avviare il monitoraggio delle grotte inquinate, assumendo tutte le misure necessarie per favorirne la bonifica, tenendo presente che trattandosi per lo più di terreno carsico dovrebbero essere controllate con particolare attenzione quelle contenenti combustibili – propone Prodani -. Per questo abbiamo chiesto al ministero dell’Ambiente se sono già stati richiesti all’Unione europea, o se saranno richiesti a breve, cofinanziamenti per la tutela delle Zsc costituite da habitat rocciosi e grotte».

«È bene ricordare che in Friuli Venezia Giulia, secondo il Catasto regionale delle grotte, sono presenti circa 7.500 cavità sotterranee, 25 delle quali assoggettate a tutela paesaggistica in virtù delle eccezionali caratteristiche di interesse geologico, preistorico e storico. Bene – ricorda il deputato triestino – secondo i dati raccolti dal Club Alpinistico Triestino (Cat), nel 2000 erano ben 383 le cavità sotterranee che presentavano situazioni di degrado di vario tipo, ridotte oggi a 359(sul versante del Carso triestino) grazie a vari interventi volontari delle associazioni speleologiche locali».

«La stessa richiesta è stata fatta alla giunta regionale – aggiunge Ilaria Dal Zovo -, visto che queste 359 cavità versano in uno stato di degrado allarmante: 52 risultano inquinate, 54 presentano rifiuti, 236 sono ostruite e 17 addirittura distrutte. Inoltre nella Provincia di Gorizia sono presenti 18 grotte ampiamente compromesse: 3 inquinate, 4 con abbandono di rifiuti, 9 ostruite e 2 distrutte – specifica -. Per questo sono necessari interventi urgenti e sistematici per il recupero di queste grotte ampiamente compromesse dall’incuria e da comportamenti irresponsabili che ne hanno minato lo stato naturale».

«Per quanto riguarda gli ipogei naturali maggiormente inquinati finora non sono stati fatti monitoraggi né da parte dell’Arpa né da parte delle aziende sanitarie locali. Inoltre la Regione, in assenza di un Piano paesaggistico, ha finanziato azioni di bonifica in maniera sporadica, senza vincolo di destinazione. Un quadro già a tinte fosche, aggravato negli ultimi giorni dalla notizia – conclude Dal Zovo – che in Finanziaria saranno tolti altri 30 mila euro al Catasto regionale delle grotte».