Capozzi: “Anche dal Friuli Venezia Giulia partono cittadini per Roma per dire basta vite precarie”

“Sabato 17 giugno a Roma si terrà la manifestazione voluta e organizzata dal Presidente Giuseppe Conte per dire basta al precariato e ai salari bassi nel nostro Paese. Per questo anche gli attivisti del Friuli Venezia Giulia sfileranno per le strade di Roma per manifestare contro le scelte del Governo Meloni”. Ad annunciare la partenza di un pullman dalla nostra Regione verso la Capitale è la Consigliera Regionale Rosaria Capozzi.

“Saremo in tantissimi in Piazza per dire no alle politiche del centrodestra che sta favorendo il ritorno del precariato e che non vuole affrontare la questione del salario minimo. La nota del 24 marzo scorso diramata dalla Direzione Lavoro Regionale commentando i numeri del Mercato dell’occupazione sottolineava come occorresse stare in guardia sul ritorno ad una eccessiva facilitazione delle assunzioni a tempo determinato e sul problema dei salari che non crescono in Italia da oltre 20 anni”.

“Pare che solo il Governo nazionale non se ne renda conto e infatti con il famoso Decreto Meloni, lo scorso 1 maggio l’Italia torna ad essere la Repubblica Democratica fondata sul lavoro precario. Basti pensare che l’incremento dell’occupazione in Friuli Venezia Giulia registrata nel primo trimestre di quest’anno già vedeva un incremento dei contratti a tempo determinato del 4,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e delle assunzioni con il lavoro intermittente (+18%) e con la para-subordinazione (+33%)”.

“Ecco perché scenderemo in piazza, per tutelare anche le donne e soprattutto le future generazioni. Infatti, i dati regionali – conclude Capozzi -ci dicono che la retribuzione media lorda annua, ribadiamo lorda, non supera i 23.000 euro, nell’isontino non arriva nemmeno a 21.000 euro, per le donne raggiunge di poco i 17 mila euro contro i 26 mila degli uomini e che per gli under 30 è pari a 13.500 euro e con queste condizioni non è possibile per i giovani pensare ad un futuro stabile e per questo continuano ad abbandonare le nostre terre”.