Aussa Corno il M5S interroga la Regione per sapere se la compravendita “azzardata” di terreni inquinati sia l’unica causa del dissesto dell’Ente.

 

Non cala l’attenzione sulla ZIAC da parte del movimento 5 stelle regionale, che si interroga su quali altre cause possano aver portato al dissesto del Consorzio, oltre  alla compravendita milionaria dei terreni inquinati.-

Focalizzando la nostra attenzione sulla concessione ad uso locativo delle aree portuali, stipulata il 30 luglio 2004 ci siamo soffermati sui soggetti firmatari di quella convenzione Tullio Bratta, Presidente del Consorzio, Ernesto Milan rappresentante della Impresa Portuale Porto Nogaro s.r.l. e Sandro Midolini della Midolini F.lli S.p.a. e sul loro potenziale conflitto di interesse.-

Il 18 ottobre 2004 il Presidente Bratta, all’epoca dirigente della Fantoni S.p.a., una delle ditte che maggiormente usufruiva ed usufruisce tuttora di Porto Nogaro, nonché amministratore delegato dell’Inter Rail spa, da poco costituitasi per volontà delle aziende Fantoni, ABS e Pittini, ebbe modo di presentare ufficialmente l’accordo sottoscritto puntualizzando come il Porto avesse avuto nel corso del 2004 un deciso miglioramento della sua attività di movimentazione, grazie alle nuove strutture di cui è stato dotato, tra cui i magazzini coperti. La concessione grazie alla professionalità degli operatori avrebbe garantito una migliore efficienza e funzionalità, caratteristiche essenziali per l’acquisizione di nuovi traffici.-

La convenzione prevedeva già la possibilità di poter variare il canone in relazione all’andamento complessivo del traffico merci. Nonostante questo, dopo soli due mesi le ditte firmatarie iniziarono a sospendere il pagamento previsto di € 360.000,00 ritenuto troppo oneroso e pretesero di modificare la convenzione in essere. Di fatto dal maggio del 2006 il canone pagato fu di € 200.000,00 dopo solo due settimane dalla nomina di Milan nel Cda 

Le giustificazioni addotte alla riduzione del canone sono state attribuite al mancato dragaggio del Fiume Corno che secondo le imprese portuali sarebbe la causa del calo complessivo dei traffici di merci nella zona. In realtà, se il traffico complessivo negli anni è calato, è anche vero che il valore delle merci imbarcate è cresciuto dal 2003 al 2012 del 51%. Il mancato dragaggio -ironizza Sergo- influirebbe negativamente sullo scarico merci ma stranamente sembrerebbe aver avuto impatti positivi sul carico delle stesse. Da quel che si evince dai bilanci della impresa Portuale Nogaro s.r.l. In crescita è anche la correlazione tra i ricavi e i tonnellaggi movimentati tra il 2004 e il 2007, passando da 3,71 € a tonnellata a 5,75.-

Tutto questo è anche avvalorato dagli ingenti investimenti che nel corso degli anni le imprese hanno effettuato nello scalo, per la sola Midolini nel 2008 era previsto complessivamente un piano d’investimenti in mezzi da piazzale e gru, di circa cinque milioni di euro.-

Anche negli anni più recenti e addirittura nel 2009 c’è stata una deliberazione del CDA che confermava di mantenere l’importo “scontato”, in quell’occasione Ernesto Milan, rappresentante delle Imprese Portuali Nogaro s.r.l. era anche uno dei consiglieri d’amministrazione che ha votato come traspare dal Verbale del CDA di data 28 settembre 2009. Cosa che, giustamente, non è avvenuta l’anno successivo quando sul medesimo argomento decise di astenersi in quanto direttamente interessato. Non lo erano forse anche l’anno prima?

In questo quadro di intrecci e potenziali conflitti di interesse abbiamo deciso di chiedere alla Regione se e come negli anni abbia avuto modo di controllare e di vigilare su questi atti che di fatto hanno comportato un mancato introito per il Consorzio di € 689.254,14 oltre alla cifra che comunque avrebbe perso per il calo delle merci movimentate ovvero € 590.745,82 per complessivi € 1.280.000,00.-

Cifre che potrebbero sembrare poco consistenti rispetto al buco del Consorzio, ma che comunque potevano esser utilizzate per quelle opere di cui lamentavano la mancanza le imprese e che stanno a dimostrare la “gestione superficiale” della ZIAC.