Atto aziendale ASUFC poco trasparente e pieno di criticità

“L’atto aziendale di ASUFC nasce tardi e male, senza un minimo di trasparenza e visione strategica, e con tanti aspetti critici”. Lo affermano i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai e Cristian Sergo, commentando le prime indiscrezioni relative al documento dell’Azienda sanitaria Friuli Centrale.

“Gli atti aziendali sembrano rispondere più a logiche di spartizione di potere a favore di una stretta cerchia di professionisti, con una miriade di strutture per mantenere un equilibrio ad hoc tra componente universitaria e ospedaliera. Da quanto emerge, si conferma l’eterogeneità degli atti delle tre Aziende sanitarie – affermano Ussai e Sergo -: sorge quindi il dubbio dell’utilità dell’Azienda di coordinamento regionale, concepita dalla riforma sanitaria Fedriga – Riccardi proprio per fornire linee strategiche omogenee e con un disegno unitario”.

“A livello ospedaliero, si mantengono i doppioni; due oculistiche, due anatomie patologiche, tre terapie intensive, e viene creata un’ulteriore struttura complessa di radiologia, la terza a Udine. Anche la conformazione ‘fritto misto’ dei dipartimenti strutturali nel nuovo atto di ASUFC pare soddisfare la logica di spartizione, più che esigenze di salute o di risoluzione dei problemi che affliggono i vari territori che compongono l’Azienda – continuano i consiglieri M5S -. Troviamo dipartimenti aziendali unici dal mare alla montagna insieme a dipartimenti ‘di presidio: un’anomalia difficilmente comprensibile. Ma non basta, perché ci sono anche dipartimenti aziendali, come medicina specialistica, che comprendono al loro interno discipline che nulla hanno in comune tra di loro (ad esempio, nefrologia, ematologia, dermatologia, malattie infettive), oppure altri che mescolano discipline mediche e chirurgiche: risulta difficile capire come potranno funzionare”.

“Rimane da chiarire la situazione dei Centri di salute mentale, ridotti da 10 a 6 in un primo momento, prima che il taglio sembrasse scongiurato da una delibera della Giunta regionale. Ora però – aggiungono Ussai e Sergo -, le indiscrezioni che leggiamo tornano a parlare di sei CSM nell’Azienda Friuli Centrale. Allo stesso modo, è da chiarire la funzione del misterioso board direzionale che evidentemente non potrà sostituire il collegio di direzione”.

“I segni premonitori del naufragio a cui sta andando incontro ASUFC sono evidenti: gli ultimi concorsi per primario banditi per l’ospedale di Udine sono andati quasi deserti, salvo pochi candidati interni (vedi ortopedia, gastroenterologia, otorinolaringoiatria e medicina interna). Una deriva che riguarda tutta la regione, se pensiamo che dei direttori generali scelti da questa Giunta, quelli di ARCS e ASUFC se ne sono andati, quello di ASFO è di fatto sfiduciato e il direttore di ASUGI è blindato dal sindaco di Monfalcone. E, rimanendo nel Friuli Centrale, al posto di Braganti è stato scelto un direttore ‘caporale’, ricalcando il ‘metodo Riccardi’ – concludono gli esponenti pentastellati -. Il nuovo atto aziendale, così come concepito, ne è la prova”.