AttivaGiovani da ricalibrare per renderlo efficace

“Il progetto AttivaGiovani ha ancora senso così come impostato? Non sarebbe stato più opportuno rivederlo, alla luce dei risultati della prima fase?”. Se lo chiede il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Mauro Capozzella.

“Già il fatto che a rispondere all’avviso di presentazione delle candidature per divenire il soggetto attuatore del progetto sia pervenuta una sola domanda fa sorgere qualche perplessità – continua Capozzella -. Possibile che a nessun altro interessasse seguire un progetto di questa portata?”.

“I dati ci dicono che nel 2019 i giovani tra i 20 e i 29 anni erano 109.610 e di questi, i NEET, ovvero coloro che non studiano né lavorano, erano il 13,7% quindi parliamo di una platea di almeno 15 mila giovani, dato per difetto visto che il progetto riguarda persone tra 18 e 29 anni. Nella prima fase – spiega il consigliere M5S – sono state realizzate 52 operazioni, per una spesa complessiva di 1,8 milioni di euro, con 536 iscritti nell’arco del triennio; di questi, i partecipanti che hanno terminato il percorso sono stati 340 pari al 2,26% del target. Dopo la fine dei percorsi AttivaGiovani, il 44% dei partecipanti è risultato essere occupato (150 giovani su 340), pari a meno dell’1% del target”.

“Ecco perché riteniamo che il progetto, nato nel 2017 e indubbiamente mosso da un obiettivo condivisibile, meriterebbe una revisione – conclude l’esponente M5S -. Come può un impegno economico così significativo aiutare solo 150 giovani? Forse le risorse andrebbero gestire con maggiore efficienza ed efficacia”.