Treni, ritardi causati da anni di immobilismo e sogni irrealizzabili

“Questa mattina, per un banale guasto ad un segnale, sono stati numerosi i ritardi per i treni in Friuli Venezia Giulia. A farne le spese, come comunicato in un post sui social, anche l’esponente renziana e già segretaria regionale del PD, Antonella Grim”. Lo sottolinea il capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Cristian Sergo.

Nello specifico, il treno 16606, partito alle 8:05 con 57’ di ritardo da Palmanova, e arrivato con 65’ di ritardo a Udine, il 3528 delle 7:27 da Trieste ha terminato la sua corsa a Palmanova con un ritardo accumulato di 19’; non bene nemmeno per chi da Tarvisio doveva recarsi a Trieste, con il primo treno del mattino 16605 arrivato con 13’ di ritardo nel capoluogo friulano per poi recuperare tutto sul Carso e arrivare puntuale a Trieste, mentre il treno partito da Udine alle 7:01 aveva già 40’ di ritardo a Palmanova prima di accumularne un’altra decina fino al capoluogo regionale; stessi disagi per chi è partito da Tarvisio Boscoverde alle 6:10 ed è arrivato a Trieste con 58’ di ritardo. Anche i treni successivi stanno riscontrando ritardi superiori ai 40’. L’altra linea Udine – Gorizia – Trieste ha visto tutti treni in orario, se non in anticipo, con l’unica eccezione della corsa delle 7:39 partita da Udine dopo 18’ ma arrivata con soli 6’ di ritardo, recuperati quasi tutti sulla linea che attraversa il Carso e che tutti indicano come la più problematica.

“Tutto questo dimostra come anni di immobilismo in attesa di grandi opere mai realizzate e di grandi appalti miliardari non hanno permesso l’adeguamento e il potenziamento della linea esistente – commenta Sergo -. La scarsa manutenzione e attenzione ai veri problemi dei pendolari portano a questi disagi. Basta vedere la situazione della stazione di Udine, dove per realizzare un ascensore non son bastati 3 anni”.

“È abbastanza strano che chi ha potuto governare il Paese ininterrottamente dal 2011 al 2018 e dal 2019 a oggi parli di immobilismo e scarichi la responsabilità su chi da 9 anni chiede di realizzare le opere effettivamente necessarie per il nostro territorio e di smetterla con la logica delle grandi opere che hanno solamente rallentato i trasporti di questa regione – conclude il capogruppo M5S -. Per superare un passaggio a livello o sistemare un segnale luminoso non servono le grandi opere da centinaia se non migliaia di milioni. Non averlo capito nel 2022 ci fa temere che il futuro continui a non essere molto roseo per i nostri pendolari”.