SERRACCHIANI IN FUGA: PRONTI A RICOSTRUIRE UNA REGIONE DISTRUTTA DA RIFORME NON VOLUTE DAI CITTADINI

Serracchiani se ne va dalla Regione

Finalmente, con soli quattro mesi di ritardo, la presidente Serracchiani ha svelato i suoi progetti per il futuro. Di solito i ritardi della sua giunta sono molto più cospicui e di questo nessuno sentirà la mancanza. Noi invece teniamo a rassicurare la presidente uscente che non c’è alcun ritardo sulla nostra tabella di marcia in vista delle prossime elezioni. Come abbiamo sempre sostenuto, a breve potrà conoscere il nome del candidato presidente per il MoVimento 5 Stelle. Non si può dire altrettanto del centrodestra o del centrosinistra alle prese con contrasti interni sempre più feroci e veti incrociati. Strano che Serracchiani faccia questo appunto al M5S con protervia, come se il suo partito avesse già partorito un nome definitivo.

Ad ogni modo sono molte le considerazioni politiche che si possono fare a seguito della conferenza stampa di addio di Debora Serracchiani, anche se per noi è molto più interessante quanto non è stato detto dalla presidente della Regione. È un vero peccato che abbia preferito non dire quale sia il suo rammarico più grande di questi anni di legislatura, per ripiegare in un banale “non essermi goduta la vita”.

Nei prossimi anni il MoVimento 5 Stelle avrà il compito di ricostruire una Regione ridotta in macerie dopo vent’anni di governi di destra e di sinistra che alternativamente si sono seduti in piazza Unità ma che su molte questioni hanno portato avanti gli stessi obiettivi. A confermarlo ieri – non sappiamo quanto consapevolmente – è stata la stessa Serracchiani sia quando ha ricordato che la chiusura di alcuni punti nascita era già stata deliberata dalla giunta Tondo, sia quando ha candidamente ammesso di aver realizzato tutte le grandi opere messe in cantiere dal centrodestra, dimostrando una volta di più quanto sia inutile credere alle promesse elettorali dei politici di mestiere.

Se passare da presidente della Regione a parlamentare è un premio per il lavoro fatto in Friuli Venezia Giulia, allora ci domandiamo chi sia stato il vero mandante delle famigerate riforme messe in campo in questi anni. Un mandante pronto a premiare Serracchiani con un altro stipendio faraonico per aver attuato riforme di sicuro non volute dai cittadini del Friuli Venezia Giulia.

Una cosa è certa: se si fosse ripresentata come candidata presidente, avrebbe rischiato fortemente di non esser eletta neppure come consigliera. Non avendo modificato, in meglio la legge elettorale, Serracchiani aveva una motivazione in più per prendere l’ennesimo aereo con destinazione Roma e godersi un po’ la vita. E così, puntualmente, è avvenuto.