Reddito di Cittadinanza, M5S contro Fontanini

“Non si registrano rifiuti di partecipazione ai progetti”. Basterebbe questa comunicazione del Servizio Organizzazione e Gestione Risorse Umane del Comune di Udine a smentire le affermazioni del sindaco di Udine, Pietro Fontanini, sull’adesione dei beneficiari del Reddito di Cittadinanza ai PUC (Progetti Utili alla Collettività). Su questo il MoVimento 5 Stelle ha fatto chiarezza oggi in una conferenza stampa a cui hanno preso parte la portavoce alla Camera dei Deputati, Sabrina De Carlo, il senatore Marco Pellegrini, il capogruppo in Consiglio regionale, Cristian Sergo, e i consiglieri comunali udinesi Rosaria Capozzi e Domenico Liano.

Lo scorso agosto, sia attraverso i suoi canali social che in più di una trasmissione televisiva, il sindaco Fontanini ha dichiarato che sui 600 percettori del Reddito di Cittadinanza a Udine, il Comune ne avrebbe interpellati oltre un centinaio, ottenendo la disponibilità a impegnarsi nei cinque progetti attivati (e non quattro, come indicato dallo stesso Fontanini) soltanto da tre persone. Dichiarazioni su cui gli verrà chiesto di rendere conto attraverso un’interrogazione degli esponenti M5S in Consiglio comunale.

In seguito a un accesso agli atti richiesto lo scorso 1° settembre dalla consigliera Capozzi, prima firmataria della mozione che ha impegnato il Sindaco ad attivare i PUC a Udine nel maggio 2020, il Servizio Organizzazione e Gestione Risorse Umane del Comune ha comunicato che dovevano essere individuate 18 persone, metà dal centro per l’impiego di Udine e metà dai servizi sociali dell’ambito Friuli Centrale il cui ente gestore è il Comune di Udine. Il Centro per l’Impiego ha individuato 11 nominativi su 9 che doveva individuare perché due non risultavano più residenti nel capoluogo friulano, i servizi sociali del Comune nessuno.

Il 27 ottobre un secondo accesso agli atti del consigliere Liano, con risposta del 4 novembre, ha certificato l’adesione ai PUC di 8 beneficiari segnalati dal Centro per l’Impiego, oltre ai due esclusi per cambio di residenza uno non si è attivato per mancanza della patente. In quell’occasione è stato confermato come non ci siano stati rifiuti alla partecipazione. Inoltre, è stato dichiarato che non erano a disposizione dell’amministrazione i dati relativi alle persone contattate dai servizi sociali dello stesso Comune. Eppure il sindaco aveva parlato di 3 adesioni su un centinaio di cittadini contattati.

L’11 novembre, un’integrazione alle comunicazioni relative all’ultimo accesso agli atti ha fatto sapere che tre nominativi sono stati indicati dai servizi sociali negli ultimi giorni, di cui due inizieranno a svolgere a breve i lavori previsti dai PUC; la terza, dopo selezione pubblica, da dicembre inizierà un contratto a tempo indeterminato al Comune di Udine. A dimostrazione di come queste persone si attivino e trovino anche posti di lavoro.

In meno di due mesi, nelle altre regioni italiane sono stati attivati 2064 progetti, in Friuli Venezia Giulia sono 14 i Comuni con Puc attivi, 8 nell’ex Provincia di Udine e 6 nel Pordenonese; nessuno nelle aree di Gorizia e Trieste. A conferma che, contrariamente a quanto qualcuno vuole far credere, il problema non riguarda i “fannulloni che vogliono il reddito stando al bar o davanti alla televisione” ma dei Comuni che non attivano i progetti per fare in modo che siano utili alla collettività. Fontanini, nelle sue dichiarazioni, ha parlato di eccessivo lassismo, ma forse non si rende conto che il problema sta proprio in amministrazioni come la sua.