QUALITÀ DELLA RICERCA: INTERPELLANZA DEL M5S

L’Università di Udine piazza un solo dipartimento nella lista dei migliori 350 individuati dal Miur in Italia. Subito un’analisi approfondita della giunta Serracchiani su questo risultato estremamente negativo.

L’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) è un ente pubblico posto sotto la vigilanza del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur). Sulla base di un preciso indicatore – l’indicatore standardizzato della performance dipartimentale (Ispd) – da poche settimane l’Anvur ha selezionato 350 dipartimenti italiani che si caratterizzano per l’eccellenza nella qualità della ricerca e nella progettualità scientifica, organizzativa e didattica. Tra questi, con cadenza quinquennale, saranno individuati in un secondo momento i 180 dipartimenti universitari cui destinare, dal 2018, l’importo complessivo annuale di 271 milioni di euro. Purtroppo nella lista dei 350 dipartimenti compare una sola realtà dell’Università di Udine, il dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale. Crediamo sia quanto mai urgente per la giunta Serracchiani analizzare in profondità la situazione della ricerca del sistema universitario regionale sulla base delle valutazioni ricevute dal Miur e dall’Anvur.

Oggi abbiamo depositato una interpellanza per sapere dall’esecutivo regionale quali azioni intenda porre in essere per contribuire a invertire la tendenza. Bisogna intervenire rapidamente sui meccanismi di reclutamento e di promozione per portare gli atenei del Friuli Venezia Giulia a livelli di qualità della ricerca comparabili con quelli delle altre università del Nord est. Il fatto che un solo dipartimento dell’Università di Udine presenti standard di qualità è molto grave. Si tratta inoltre di un danno economico non da poco visto che i 180 dipartimenti di eccellenza selezionati potranno contare, ciascuno, su una dotazione finanziaria variabile che può sfiorare i 2 milioni di euro.

Speriamo che i vertici dell’ateneo friulano non cerchino di arrampicarsi sugli specchi visto che le altre università del Nord Est, di dimensioni analoghe, sono state valutate dall’Anvur in modo decisamente più lusinghiero. Nei “top 350”, Trieste ha piazzato 4 dipartimenti su 10 (risultato comunque non brillantissimo per una città che si candida a capitale europea della scienza), Verona 9 su 12 e Trento addirittura 10 su 10. Padova, che però ha dimensioni di molto superiori a Udine, è presente nella lista con ben 27 dipartimenti. Allo stesso tempo invitiamo il rettore De Toni a non tirare in ballo altre classifiche che vedono l’ateneo friulano piazzato ai vertici delle classifiche italiane come quella recentissima del Censis. La differenza è sostanziale: queste ultime servono solo a fare bella figura sui media, quella dell’Anvur-Miur a ottenere, invece, risorse fondamentali per fare ricerca di qualità.

Ricordiamo infine che, a margine della recente inaugurazione del nuovo Anno accademico, il rettore De Toni aveva affermato di essere in attesa del sistema di perequazione regionale. Durante la cerimonia l’assessore Loredana Panariti aveva confermato che mancasse solo il decreto attuativo. Sulla base di queste dichiarazioni pubbliche, con la nostra interpellanza, pertanto, ci siamo sentiti legittimati a chiedere se il sistema di perequazione regionale dovrà sopperire alla mancanza di fondi a causa della scarsa valutazione ottenuta in complesso dell’Ateneo di Udine?!

Per fare davvero dell’educazione un punto ineludibile e un volano di sviluppo è indispensabile che l’Università di Udine migliori i propri meccanismi di reclutamento e di promozione. Principalmente da questi fattori dipendono la quantità e la qualità dei prodotti di ricerca valutati dal Miur per l’allocazione delle risorse.