MOZIONE SULLA VARIANTE DI DIGNANO

Grazie Presidente,
Colleghi, questa mozione, nasce da uno studio, commissionato dall’onorevole Pellegrino a professionisti che lavorano a livello nazionale, Dott. Campeol, dott.  Zangheri e dott. Scarpa, sulla valutazione di impatto ambientale di opere ben più grandi della Variante di Dignano.
Lo studio commissionato si è basato sul documento Fattibilità ambientale”, allegato al progetto della Variante di Dignano e ha rilevato tutta una serie di criticità che cercherò di riassumervi.
Abbiamo provveduto ad inviare ad ognuno di voi, lo studio, in modo da renderlo disponibile a tutti i consiglieri regionali e mi auguro che l’abbiate letto.
Lo studio, ha rilevato le seguenti “criticità”:
1) Non viene utilizzato un modello di stima degli impatti di tipo quantitativo, l’unico che potrebbe misurare la compatibilità ambientale dell’opera
2) Dal punto di vista della potenziale incidenza ambientale, sulla componente “biodiversità”, il progetto potrebbe generare delle possibili interferenze significative nel sito di interesse comunitario posto nelle immediate vicinanze, ovvero in area contermine. e se lì vicino c’è un sito di interesse comunitario. Di contro il documento della Regione assume un atteggiamento che risulta essere metodologicamente sbagliato in quanto non applica la DIRETTIVA 92/43 che chiede specificatamente uno studio di incidenza ambientale anche per le opere in aree contermini. Inoltre, sempre secondo la direttiva, è sufficiente che anche solo uno degli indicatori presenti un’incidenza significativa su una specie o su un habitat per dichiarare che l’opera presenta un impatto significativo.
3) Viene considerato il paesaggio, come componente biotica non tenendo in considerazione che il paesaggio è una componente umana e non biotica (scientificamente e normativamente gli aspetti biotici sono costituiti da FLORA, FAUNA E HABITAT).
4) Non viene tenuto conto e valutato adeguatamente con modelli di stima aggiornati, l’eventuale effetto diga che l’opera potrebbe avere nell’ambito geografico ampio.
5) Vengono utilizzate tecniche valutative ampliamente superate, nonostante venga citato l’allegato g del decreto del presidente della repubblica nel settembre 97. Vengono fatti degli errori grossolani nell’individuazione delle componenti ambientali (come ad esempio considerare l’ecologia, come una “componente”. Infatti l’ecologia semmai può essere considerata un indicatore di relazione tra le componenti biotiche).
6) La stima degli impatti viene fatta solo dal punto di vista qualitativo, metodo questo che non può essere in grado di misurare la ”compatibilità ambientale” del progetto stesso.
Lo studio, come già avevamo detto nella precedente mozione, non tiene conto di alternative di progetto, né dell’opzione 0, non permettendo così una valutazione coerente con quanto prevede la normativa o comunque in grado di minimizzare e mitigare gli impatti. (manca un’analisi comparata anche a livello trasportistico di area vasta). A questo dovrebbe servire la Procedura di VIA, cioè valutarla in tutti i suoi punti, per fare in modo che la sua realizzazione sia sicura per ambiente, cittadini, flora e fauna.
Ritornando alle problematiche rilevate sula parte inerente i SIC presenti:
la carta natura FVG, evidenzia una forte connettività tra le sponde del fiume Tagliamento. La stessa relazione della Regione, indica una significativa presenza di vertebrati (non identificati) ma di rilevanza conservativa. Andrebbe pertanto accertato, se queste specie sono contenute nell’allegato IV della direttiva comunitaria HABITAT. Infatti, per le specie contenute in detto allegato, è prevista una protezione rigorosa anche al di fuori del perimetro stesso del SIC.
Il progetto si colloca in area golenale del Tagliamento, pertanto l’opera, si pone come elemento di riduzione della connettività ecologica, di sottrazione di suolo ed ambienti potenzialmente adatti a pregio conservazionistico.
Il progetto, inoltre, si colloca in parte in area di pericolosità idraulica P4 come da piano stralcio del fiume Tagliamento con tutto quello che ne consegue dal punto di vista dell’aumento dei rischi.
La realizzazione dell’opera, infatti, genererà un bacino parzialmente chiuso con “effetto diga” rispetto al deflusso che attualmente hanno le acque, creando, molto probabilmente, un innalzamento del livello dell’acqua con potenziali pericoli per le componenti antropiche presenti e future.
In base alle attuali norme di salvaguardia del piano stralcio del 2012, nelle aree a pericolosità idraulica P4, si afferma chiaramente che in queste aree sono escluse tutte le attività e/o utilizzazioni che diminuiscono la sicurezza idraulica, e in particolare quelle che possono
– Determinare riduzione della capacità di invaso e di deflusso del corpo idrico fluente
– Interferire con la morfologia in atto e/o prevedibile del corpo idrico fluente
– Generare situazioni di pericolosità in caso di sradicamento e/o trascinamento di strutture e/o vegetazione da parte delle acque
Sulla base degli approfondimenti dello studio, si ritiene che potrebbe essere possibile, un allagamento del depuratore e dell’imboccatura del tunnel verso la golena del Tagliamento, fatto che dovrebbe portare allo studio di una alternativa progettuale, trovando una forma che consenta la permeabilità idraulica evitando la formazione di un bacino parzialmente chiuso.
Alla luce di quanto vi ho sopra decritto, spero in maniera esaustiva, la mozione mira a chiedere alla giunta regionale di sottoporre il progetto della variante di Dignano ad una nuova procedura di valutazione di impatto ambientale coerentemente con l’evoluzione della normativa e delle più recenti tecniche di valutazione ambientale, tenendo conto di tutte le componenti che mancano nello studio di fattibilità attuale, a suo tempo elaborato.
Vi ricordo, che una nuova procedura di valutazione di impatto ambientale, non bloccherebbe l’iter dei procedimenti in corso e che PER IMPATTO AMBIENTALE si intende “l’insieme degli effetti diretti, indiretti, secondari, cumulativi, sinergici, a breve e lungo termine, permanenti e temporanei, a piccola e grande distanza, positivi e negativi, indotti da un sistema o da singoli interventi sull’ambiente.
La procedura di VIA viene strutturata sul principio dell’azione preventiva, in base al quale la migliore politica ambientale consiste nel prevenire gli effetti negativi legati alla realizzazione dei progetti anziché combatterne successivamente gli effetti.
La VIA nasce quindi come strumento per individuare, descrivere e valutare gli effetti diretti ed indiretti di un progetto sulla salute umana e su alcune componenti ambientali quali la fauna, la flora, il suolo, le acque, l’aria, il clima, il paesaggio e il patrimonio culturale e sull’interazione fra questi fattori e componenti. Obiettivo del processo di VIA è proteggere la salute umana, contribuire con un migliore ambiente alla qualità della vita, provvedere al mantenimento delle specie e conservare la capacità di riproduzione dell’ecosistema in quanto risorsa essenziale per la vita.
Vi chiediamo quindi, a voi e alla Giunta, di valutare la mozione non in chiave polemica, ma nei suoi contenuti e nelle sue richieste puntuali.
Grazie.