Metodi alternativi per contenimento cinghiali

“Leggo il post del sindaco Ziberna sulla questione cinghiali e rimango ancora una volta allucinata”. Lo afferma la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo, dopo l’uscito del primo cittadino goriziano che chiede di liberalizzare per dodici mesi la caccia ai cinghiali di età inferiore a un anno.

“I cinghiali provengono perlopiù da immissioni, autorizzate e non, effettuate in decenni per assecondare le richieste delle associazioni venatorie a scopo di caccia – prosegue Dal Zovo. Se il cinghiale fosse rimasto quello autoctono, oggi avremmo un numero contenuto e non ci troveremmo in questa situazione di sovraffollamento. Con le immissioni, autorizzate o clandestine, il numero dei cinghiali è aumentato in maniera esponenziale: la colpa, ancora una volta, è dell’uomo e non dell’animale”.

“Non si è mai sentito parlare di metodi di contenimento alternativi, che pure esistono senza doversi inventare niente – aggiunge la consigliera regionale -. Non sono mai stati ascoltati biologi o esperti, perché evidentemente delegare e sparare costa molto meno che investire in pratiche alternative. Esempi? Recinti elettrificati, sottopassi, dissuasori, shelter, reti di rinforzo degli argini, sterilizzazioni”.

“Uccidere e sparare non risolve il problema. Bisogna cominciare a curare i luoghi in cui vivono, rimuovere i rifiuti, riportare i branchi nei boschi, sui colli e usare il corpo forestale per monitorare le popolazioni. Ciò significa portare loro da mangiare nel loro ambiente, formare la popolazione, usare metodi contraccettivi, già in uso in Inghilterra, in Australia e anche in alcune parti d’Italia con buoni risultati. Le specie animali hanno diritto a vivere – conclude Dal Zovo – e noi, razza evoluta, dobbiamo convivere con loro, non sterminarli”.