LE MINACCE A MEZZO STAMPA DELLA SERRACCHIANI SONO INUTILI

«Non abbiamo mai affermato che la chiusura del punto nascita di Latisana sarebbe stata prevista nell’accordo sull’Euregio, sottoscritto tra Friuli Venezia Giulia, Veneto e Carinzia nel dicembre 2014. Abbiamo detto invece che, secondo le dichiarazioni del vice presidente del Veneto Forcolin, in quella sede, parlando di Sanità, la Serracchiani avrebbe rivelato la scelta di mettere i sigilli alla struttura di Latisana. Dismissioni date per certe pochi giorni fa sul Corriere del Veneto anche dal direttore generale dell’Usl 10 di San Donà Carlo Bramezza. Cogliamo l’occasione per ricordare alla presidente della Regione che le minacce di querela a mezzo stampa, per noi eletti  da decine di migliaia di cittadini del Friuli Venezia Giulia, non hanno nessun effetto intimidatorio». I portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Cristian Sergo e Andrea Ussai rispondono così all’ennesimo attacco mediatico sferrato da Debora Serracchiani contro i portavoce del MoVimento 5 Stelle.

«Le minacce a mezzo stampa della Serracchiani sono inutili. Abbiamo semplicemente riportato quanto affermato ai quotidiani da alcuni esponenti di rilievo della Regione Veneto. Affermazioni che, ancora, non sono mai state smentite. A questo punto – aggiunge Sergo – attendiamo le smentite o della stessa Serracchiani oppure del vice presidente del Veneto Forcolin e del direttore generale Carlo Bramezza».

«Prima Serracchiani ha cercato di scaricare le sue scelte di politica sanitaria sui tecnici attribuendo la decisione a una presunta “mancanza di condizioni” ottimali per operare e adesso invece vuole dare la responsabilità della chiusura del punto nascita di Latisana al presidente del Veneto – aggiunge Ussai -. La verità è che la “vecchia politica” continua a pensare al proprio tornaconto e non all’interesse generale dei cittadini. Inoltre il Veneto guadagnerà oltre 1 milione di euro, risorse che, secondo i dati del 2014 della Direzione Salute, questa regione rimborsa al Friuli Venezia Giulia per l’attrazione extraregionale. Infine saremo costretti a pagare per le nostre mamme e per i nostri bimbi che dovranno andare a curarsi a Portogruaro.  Ci domandiamo – conclude Ussai – come possa chiudere Latisana e riaprire Portogruaro che, quando ha cessato l’attività, da più di un anno non raggiungeva i 500 parti? Solo a Zaia sono concesse le deroghe? Solo per il Veneto valgono le ragioni legate all’attrattività e al turismo?».