Ilaria dal Zovo: nessuna risposta sul futuro della Cantina di Cormons

Oggetto: Quale futuro per i beni e gli impianti della Cantina di Cormons?
Visti l’articolo 10 della legge 27 ottobre 1996, n. 910, ed il decreto legislativo 255/2010, recanti norme concernenti il trasferimento di beni immobili e di impianti alla Regione, fra cui un impianto di tipizzazione e commercializzazione vini a Cormons; Richiamato l’allegato alla deliberazione di generalità della Giunta regionale 5 agosto 2011, recante lo schema di disegno di legge “Disposizioni per la cessione di beni trasferiti alla Regione […]”, giunto all’approvazione in Commissione durante la scorsa legislatura, ma non ai lavori dell’Aula per il timore di una possibile procedura di infrazione europea; Appreso come nel “Programma legislativo per l’anno 2014”, la Giunta regionale abbia dichiarato di avere in programma di «acquisire al patrimonio della Regione la Cantina di Cormons […], con successivo passaggio [della stessa] agli attuali utilizzatori in conformità alla normativa in materia di aiuti di Stato»; Considerato che a gestire i beni in oggetto – in forza di una convenzione conclusa con il Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste — è stata la cooperativa agricola “Cantina produttori Cormons”, a cui verranno ceduti in via diretta e in forza di una legge regionale tutti i beni immobili e gli impianti, in spregio a qualunque principio di procedura concorsuale o comparazione di offerte fra potenziali acquirenti; Verificato come il complesso dei beni e degli impianti in parola ricomprende un patrimonio unico nella viticoltura nazionale ed internazionale (comprensivo della “Vigna del mondo”, una delle più complete collezioni varietali esistenti, con più di 800 vitigni provenienti da tutto il mondo e con i quali viene prodotto il famoso “Vino della pace”) e che con il trasferimento alla Regione diviene proprietà della collettività regionale; tutto ciò premesso si interroga la Giunta regionale per sapere se la cooperativa agricola “Cantina produttori Cormons” abbia dimostrato negli anni la capacità di gestire correttamente il patrimonio vitivinicolo e finanziario, tanto da meritare di ricevere in cessione tutti i beni immobili ed impianti in parola e da essere preferibile all’ERSA e alla gestione pubblica degli stessi.