Fotovoltaico, Capozzi: Bisognava porre freno

“Dal 2010 tutte le Regioni d’Italia avrebbero dovuto indicare le aree e i siti non idonei alla costruzione di impianti fotovoltaici a terra, ma in Friuli Venezia Giulia non sono mai stati individuati. La conseguenza è che solo negli ultimi 2 anni e mezzo sono stati approvati campi fotovoltaici per 1000 ettari di terreno agricolo e 788 mw di potenza istallabili nella sola provincia di Udine, e di questi solo un decimo si autodefinisce agrivoltaico”. A denunciare la proliferazione dei campi fotovoltaici sui nostri territori, in una nota, è la consigliera del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Rosaria Capozzi.

“Abbiamo preso in considerazione questa data perché è il momento in cui il Consiglio regionale non ha voluto approvare la moratoria richiesta dal Movimento 5 Stelle, con cui si sarebbero sospese le nuove autorizzazioni fino all’individuazione delle aree inidonee alla loro realizzazione. Spesso – continua la consigliera – la mancata approvazione di una moratoria è accompagnata da paure di impugnazione da parte del Governo, ma va fatto notare che solo nel novembre 2021 l’Esecutivo nazionale ha scritto una norma per vietare espressamente le moratorie, che evidentemente fino ad allora potevano essere approvate”.

“Secondo le bozze circolate del nuovo decreto che dovrebbe permettere l’accelerazione dell’installazione di fonti rinnovabili, la nostra Regione – prosegue Capozzi – dovrebbe realizzare impianti per 1900 mw dal 1 dicembre 2022 fino al 2030. Solo con questi impianti che hanno avuto il via libera ambientale negli ultimi due anni e mezzo siamo a 788 mw. Basterebbe aggiungere gli impianti in costruzione in provincia di Pordenone e Gorizia per superare abbondantemente un gigawatt”.

“Proprio per questo – suggerisce ancora la consigliera – sarebbe utile porre un freno alla proliferazione di questi campi, prima che ne vengano approvati altri senza aver stabilito quelle regole certe previste dal 2010 e che avrebbero dovuto salvaguardare il nostro territorio. Emblematico è l’impianto in discussione presso il Ministero di quasi 30 mw di potenza e 46 ettari di superficie che dovrebbe nascere tutto intorno alla frazione di Selvuzzis nel comune di Pavia di Udine, a pochi metri dal Giardino storico di Villa Deciani e della ciclovia Alpe Adria”.

“È passato un anno e mezzo – conclude Capozzi – dalla bocciatura della legge regionale, intervenire ora come richiesto dal collega Di Bert appare tardivo e non risolutivo, di certo non potrà porre rimedio a quanto permesso in questi anni”.