Depuratore di Lignano: Cafc non ha più specchi su cui arrampicarsi

“Rimaniamo alquanto perplessi di fronte all’ennesima difesa d’ufficio del Cafc: i documenti parlano chiaro”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, relativamente alle dichiarazione della società che gestisce il depuratore di Lignano sul presunto corretto funzionamento dell’impianto. “In questi due anni, per avvalorare questa tesi, prima si è detto che i campionamenti di Arpa FVG non sono rappresentativi, poi che gli sforamenti sono stati solo occasionali. Ora che invece la non conformità degli sversamenti è certificata in 6 rilevamenti su 15 in due anni (e 2 su 3 nel 2019) si sostiene che il problema riguarda solo alcuni parametri: prima o poi gli specchi su cui arrampicarsi finiranno”.

“In quale modo tali affermazioni da parte del Cafc si conciliano con altre evidenze? – si chiede Sergo – Mi riferisco in particolare a quanto accertato dal quinto rapporto di prova, sui 14 emessi da Arpa FVG dal 2017 al Giugno 2019, che stabilisce la non conformità dei reflui che vengono scaricati in mare, proprio dall’impianto di Lignano. Stiamo parlando del 36% dei campioni prelevati. Ma non è ancora tutto: un ulteriore prelievo che ha portato la statistica dei rapporti non conformi al 40% nel biennio”.

“Nel corso dell’audizione in Commissione dello scorso 17 luglio, oltre alle parole rassicuranti dell’assessore regionale Scoccimarro e del sindaco Fanotto, dall’esposizione dei certivi del Cafc è anche emerso che l’impianto, il cui progetto del 2008 prevedeva entro il 2016 la realizzazione di 4 lotti di cui sono stati realizzati soli i primi due lotti del 2015, non è ancora mai stato collaudato – aggiunge l’esponente M5S -. Nel frattempo il depuratore ha passato l’ennesima estate con le sue solite problematiche, evidentemente ancora irrisolte nonostante i lavori del 2015 e del 2018, e contemporaneamente gli sforamenti dei vari valori prescritti non hanno interessato solo il parametro dell’escherichia coli ma anche dell’azoto nitroso, mettendo in discussione non solo la disinfezione dei reflui, ma l’intero processo del loro trattamento biologico”.

“Sempre in quell’audizione abbiamo ricordato che dopo aver visto alcuni rapporti di prova del 2017 che attestavano sversamenti di escherichia coli in quantità pari anche a 630 volte i limiti di legge autorizzati, ci siamo anche preoccupati di capire cosa questo potesse comportare per il Mare Adriatico – ricorda Sergo -. Ci è stato ribattuto che in provincia di Udine non c’è solo il depuratore di Lignano che sversa in Laguna e in mare, così come ci è stato detto che gli sforamenti non sono un fatto eccezionale per di depuratori. Pertanto abbiamo chiesto ad Arpa FVG di rendere pubblico quali altri impianti siano stati sanzionati dall’Agenzia negli ultimi anni. Con nostro stupore è emerso tuttavia che l’unico impianto oggetto di verbali e sanzioni per illecito amministrativo e inquinamento di corpo idrico in tutta la provincia di Udine è stato il depuratore di Lignano Sabbiadoro”.

“Concludiamo dicendo che queste sanzioni vengono pagate due volte dagli utenti e possono arrivare ad una cifra che ormai si aggirerebbe intorno ai 200 mila euro – conclude Sergo -. In tutta questa vicenda la buona notizia è che il depuratore di Lignano, pur essendo l’unico della provincia ad essere stato sanzionato negli ultimi anni, non è mai stato tra i depuratori oggetto di procedura di infrazione comunitaria, altrimenti ci sarebbe costato ancora di più”.