Decesso comunicato in ritardo a Latisana evidenzia limiti organizzativi OBI Covid

“Un vero e proprio reparto Covid, e non solamente un’osservazione breve intensiva (OBI), con risorse di personale dedicato non ottimali che ha provocato un corto circuito nella comunicazione”. Così il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, commenta la risposta dell’assessore regionale Riccardo Riccardi alla sua interrogazione relativa all’episodio, accaduto lo scorso gennaio, del paziente deceduto all’ospedale di Latisana, la cui famiglia è stata informata dell’accaduto tre giorni dopo.

“Quanto affermato dall’assessore, secondo cui la permanenza media dei pazienti nel reparto era di 50 ore nei mesi di novembre e dicembre 2020, quando un’osservazione breve intensiva non va oltre le 24-36 ore, configura in realtà un reparto Covid in tutto e per tutto, senza però un medico dedicato ma a chiamata dal Pronto Soccorso, che è collocato in un’altra area dell’ospedale – spiega Ussai –. Non certo la situazione ideale per pazienti che rimangono ricoverati per giorni, con la possibilità di aggravarsi, tutti con ossigenoterapia e spesso totalmente dipendenti per l’assistenza”.

“Il Piano per l’emergenza urgenza di ASUFC, nell’attivare l’area OBI presso la sede di Latisana, specificava che la stessa era dedicata a pazienti coinvolti nell’emergenza infettiva in attesa del risultato dell’accertamento diagnostico e a pazienti Covid confermati (o probabili) in attesa di proseguite l’iter diagnostico terapeutico – ricorda l’esponente M5S -. Viene da chiedersi se questi casi erano conteggiati tra i posti letto di degenze Covid, ma comunque questa situazione rappresenta un esempio emblematico, se non addirittura la punta dell’iceberg, di come i nostri operatori hanno dovuto affrontare l’emergenza a livello ospedaliero”.

“Con l’interrogazione non volevamo cercare un capro espiatorio ma avere chiarezza sull’accaduto e sull’organizzazione della struttura – rimarca il consigliere M5S -. L’auspicio è che la pressione sugli ospedali registrata durante la seconda e la terza ondata della pandemia e casi gravi come quello del ritardo nella comunicazione del decesso non si ripetano” ha concluso Ussai, ribadendo la vicinanza alla famiglia per il lutto subito.