Crisi energetica, fonti fossili non sono risposta

“Bene che il presidente Fedriga abbia allontanato l’ipotesi di un rigassificatore nel Golfo di Trieste. Ci piacerebbe che il suo fosse un passo verso il progressivo abbandono delle fonti fossili a favore delle rinnovabili, ma purtroppo così non è”. Lo afferma il capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Mauro Capozzella.

“l’Italia è provvista di buone risorse di vento, acqua e sole ma le sfrutta poco – continua l’esponente pentastellato -. Attualmente il mix di energia elettrica è circa 30-40% da rinnovabili, ma la parte del leone (60-70%) la recitano le fonti fossili: centrali a gas e derivati del petrolio, col carbone in declino. Chi, come il consigliere leghista Turchet, considera demagogico parlare di fonti rinnovabili, non si rende evidentemente conto che se siamo in questa situazione, è proprio per una mancanza di sguardo al futuro negli anni passati. Un errore che non va ripetuto oggi: il passaggio non potrà ovviamente essere immediato, ma occorre programmarlo seriamente”.

“In pratica l’Italia, da molti anni ormai, si è messa da sola nella condizione di farsi ricattare per il consumo di fossili, con le conseguenze a cui stiamo assistendo a livello di costi per le famiglie e le imprese – afferma Capozzella -. Si dovrebbe pensare di chiudere il gas e aumentare il ricorso alle rinnovabili, e invece si ipotizza una crescita del gas estratto in Italia, che non risolverebbe i problemi, visto che si passerebbe dall’attuale 5% a un massimo del 10% del fabbisogno energetico”.

“Come ci ha ricordato il ministro Patuanelli, se oggi le rinnovabili erogassero il 70% dell’energia necessaria in Italia, anziché l’attuale 30%, il prezzo dell’energia sarebbe invariato, garantendo un vantaggio enorme per gli italiani e per le nostre imprese. Già prima degli ultimi aumenti, il prezzo del kWh delle rinnovabili costava meno del kWh dei fossili, e oggi è ancora più conveniente. Non solo – conclude il portavoce M5S -, il gas metano oltre a peggiorare il riscaldamento globale con la CO2 prodotta nella combustione, la peggiora ulteriormente a causa delle perdite fisiologiche di metano in atmosfera, pari al 5%, con un effetto serra di 40 volte rispetto all’anidride carbonica”.