Buoni pasto in sanità, ritorno a sistema farraginoso e vessatorio

“Niente più buoni pasto per i dipendenti di ASUGI, dal 1° ottobre si è tornati all’antico, con il farraginoso e vessatorio sistema dei rimborsi attraverso la presentazione degli scontrini”. Lo sottolinea il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai.

“Attraverso una comunicazione inviata dall’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina ai dipendenti che lavorano in una sede sprovvista di mensa, è stata resa nota la scadenza della sperimentazione dei buoni pasto elettronici – spiega l’esponente M5S -. Un sistema in uso ormai stabilmente, ad esempio, per i dipendenti della Regione”.

“Chi lavora in ASUGI e non ha una mensa a portata di mano, invece, si torna all’antiquato metodo che prevede la presentazione degli scontrini, che deve essere stampato rigorosamente nella ‘finestra’ della pausa pranzo, e con annessi moduli cartacei riepilogativi mensili, acquisibili dal Self Service del Dipendente (SSD) e da inviare all’Ufficio Stipendi firmati dal dipendente e dal responsabile. Un sistema disincentivante – rimarca Ussai – che porta spesso i lavoratori a rinunciare al rimborso, che peraltro è di 5,16 euro a pasto contro i 7 euro per ogni ‘buono’ dei dipendenti regionali”.

“Già nel 2013, in un ordine del giorno accolto dall’allora Giunta, avevamo chiesto, tra le altre istanze, di ‘promuovere l’omogeneità del trattamento riconosciuto ai dipendenti del settore Sanità in sede di assegnazione di buoni pasto o di rimborso dei servizi sostitutivi della mensa’ – ricorda il consigliere pentastellato -. Anche questo concorre a valorizzare il personale e a rendere attrattivo il sistema sanitario regionale per i lavoratori”.