Assange, Capozzi: Vergogna, il Consiglio regionale non esprime solidarietà a Julian Assange

“In un periodo in cui la libertà di stampa, anche in Friuli Venezia Giulia, è messa a dura prova da più parti, il Consiglio regionale preferisce non prendere posizione e non esprime solidarietà al giornalista, ma prima ancora all’uomo. Se venisse negata la possibilità di presentare ricorso avverso l’estradizione, Julian Assange rischierebbe una pena negli Stati Uniti fino a 175 anni di carcere: sarebbe la sua condanna a morte”.

Lo afferma in una nota la consigliera regionale Rosaria Capozzi del Movimento 5 Stelle a seguito del voto contrario alla mozione, di cui era prima firmataria, con la quale voleva esprimere solidarietà al fondatore di Wikileaks durante la seduta d’Aula di ieri, martedì 20 febbraio.

“Per una volta – sottolinea Capozzi -, si poteva prendere posizione su temi fondamentali per la democrazia, come la libertà di stampa e d’informazione, che sono riconosciuti dalla dichiarazione universale dei diritti umani e dalla nostra Costituzione”.

“È un’occasione persa per il Consiglio e i colleghi di Maggioranza – prosegue l’esponente di opposizione – che ritengono di avere competenze su temi come la guerra in Israele ma non su questo tema. La cosa paradossale, che ben delinea i tempi che stiamo vivendo, è che per trattare tali questioni, si sono diffuse informazioni scorrette circa la posizione assunta dal Movimento 5 Stelle a sostegno del giornalista di Wikileaks”.

“Si è parlato di un voto contrario ad una mozione in Parlamento che però gli esponenti pentastellati nazionali non hanno mai espresso, a differenza degli attuali alleati di Governo di Fratelli d’Italia, ovvero Lega e Forza Italia, che quella volta votarono contro. Il consigliere regionale Claudio Giacomelli (FdI) prima di intervenire dovrebbe informarsi dalle fonti, come ci insegna Assange. La mozione da lui citata in Aula – conclude Capozzi – non fu sostenuta da Fratelli d’Italia, che si astenne come il Movimento 5 Stelle, perché non esprimeva solidarietà ad Assange ma metteva in discussione i sistemi penitenziari di Inghilterra e Stati Uniti”.