AEROPORTO DI RONCHI: NO AI CONTRATTI DI SOLIDARIETA’, DEVONO PAGARE I DANNI GLI AMMINISTRATORI INCAPACI

“I dipendenti dell’aeroporto di Ronchi dei Legionari non possono pagare i danni causati da amministratori incapaci. I contratti di solidarietà, proposti dall’attuale gestione, rappresentano il primo passo di un ricatto occupazionale al quale i lavoratori non potranno sottrarsi pur di mantenere il loro posto. Non possiamo dimenticare che, negli ultimi 15 anni, sono state le amministrazioni di centrosinistra e di centrodestra a scegliere i vertici della struttura aeroportuale. Bisogna chiedere subito un’azione di responsabilità nei confronti delle passate gestioni”. I portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale contestano duramente un piano, presentato nei giorni scorsi dal novo direttore Consalvo, soprattutto nella parte in cui vengono proposti i contratti di solidarietà per abbattere i costi fissi del personale.

“Il nuovo Piano industriale rappresenta indubbiamente una svolta dopo anni di pessimi risultati economici – spiegano le portavoce del M5S Ilaria Dal Zovo ed Elena Bianchi -. È giusto mettere in sicurezza l’azienda che gestisce l’aeroporto perché, come tutte le attività imprenditoriali, deve essere efficiente e non andare continuamente in perdita. Se da una parte il direttore Consalvo fa bene, quindi, a puntare su una nuova politica commerciale, dall’altra la ristrutturazione non può andare però a penalizzare unicamente gli stipendi e le condizioni lavorative dei dipendenti dello scalo”.

“Non deve essere una buona parte dei turnisti – gli amministrativi e i dirigenti al momento sono stati risparmiati – a pagare per i gravi errori commessi nel passato. E soprattutto non possono essere utilizzati dei “trucchetti” come i contratti di solidarietà. Accettando questa imposizione, i lavoratori dell’aeroporto, per mantenere il posto di lavoro, nel prossimo futuro saranno infatti costretti ad accettare qualsiasi contratto che verrà loro proposto. È bene sottolineare, invece, che esistono già delle forme contrattuali che garantiscono la flessibilità, senza dovere per forza utilizzare i contratti di solidarietà”.

“Per risollevare le sorti dello scalo aeroportuale bisogna mettere mano a un piano di razionalizzazione che coinvolga l’intera struttura. Il personale – aggiungono – deve essere collocato nei posti giusti in base alle effettive necessità operative, ma al tempo stesso deve essere retribuito e tutelato dalla forme contrattuali già in vigore nel nostro ordinamento. I contratti di solidarietà finiscono per spingere sempre più in basso i livelli del mercato del lavoro. Si tratta di una politica occupazionale non degna di un Paese civile e i lavoratori non devono più essere costretti a raccogliere le briciole per colpa di altri”.

“Bisogna individuare – concludono Dal Zovo e Bianchi – tutte le cause del dissesto economico-finanziario in cui versa l’aeroporto di Ronchi. Cosa aspettano la Regione e il cda di Aeroporto Fvg a far valere l’azione di responsabilità nei confronti dei precedenti amministratori e revisori dello scalo aeroportuale?”.