A San Vito emergenza idrica per i cittadini ma non per le industrie

“Lascia alquanto perplessi, per non dire stupiti e interdetti, l’ennesimo provvedimento contradditorio dell’amministrazione regionale. In giornate in cui si leggono di controlli a tappeto contro l’uso improprio dell’acqua, di case senza risorsa idrica, di cisterne messe a disposizione dalla protezione civile e di interventi di salvifici gestori capaci di portare l’acqua anche a cittadini non loro diretti clienti perché non raggiunti dalla rete acquedottistiche sbucano le deroghe per le industrie”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo.

“Dal 23 giugno chiediamo coerenza nei provvedimenti per contrastare l’emergenza idrica di questi mesi – continua Sergo -, ma nulla abbiamo mai visto di concreto per razionalizzare gli emungimenti di acqua potabile utilizzata per usi industriali e ittiogenici. E così, mentre il sindaco di San Vito al Tagliamento preannuncia ai propri cittadini ordinanze regionali ancora più restrittive rispetto a quella del 23 giugno firmata dal presidente Fedriga, che già prevedeva la chiusura dei pozzi, l’amministrazione regionale decreta che la ditta Kronospan, a cui un anno fa era stato concesso il nulla osta per il prelievo di 127 milioni di litri all’anno d’acqua, che a seguito delle proteste popolari aveva rivisto i suoi progetti e parlato di un prelievo annuo massimo di 58 milioni di litri, possa praticamente triplicare l’attuale portata e prelevare annualmente più di 133 milioni di litri d’acqua per i prossimi trent’anni”.

“Poi ci si lamenta se la gente dubita nelle istituzioni. Di sicuro dovrebbe iniziare a dubitare del centrodestra, che meno di una settimana fa ha bocciato le nostre proposte per dotare le zone industriali degli acquedotti duali. Ma anche qui si preferisce strizzare l’occhio agli industriali che dovrebbero pagare circa 1 euro a metro cubo ai gestori degli acquedotti invece di prelevare le acque di falda. Nel caso di Kronospan – conclude il consigliere M5S -, invece di pagare 133 mila euro l’anno (più la quota fissa) al gestore, grazie al decreto di questi giorni potrà versare nelle casse regionale meno di 10 mila euro l’anno”.