IMMIGRAZIONE: DENUNCIA DEL M5S

«A Gradisca la gestione degli immigrati sta sfuggendo di mano alle autorità. Non c’è programmazione e le istituzioni sono assenti o carenti dal punto di vista del personale. Il Centro di identificazione ed espulsione (Cie), come ormai noto, viene utilizzato come centro di accoglienza per i richiedenti asilo (Cara). L’utilizzo a Cara, doveva servire a gestire un’emergenza. invece, a distanza di anni, la situazione e’ rimasta invariata. Il numero di richiedenti asilo politico, ha raggiunto quota 400 in un territorio molto piccolo come il Comune di Gradisca, a cui vanno sommati i richiedenti che sono ospitati nei comuni limitrofi che passano le loro giornate a Gradisca. Notiamo una mancanza di rispetto delle regole basilari del vivere civile da parte di alcune di queste persone E nessun controllo da parte di chi deve presidiare il Comune. È una situazione al limite che si sta protraendo ormai da troppo tempo». A denunciarlo sono i portavoce del MoVimento 5 Stelle Ilaria Dal Zovo e Michele Freschi.
«L’apice si è toccato la scorsa settimana quando è stato ucciso un cigno lungo le sponde del fiume Isonzo – sottolinea Dal Zovo -. Stiamo parlando di una specie protetta, pertanto l’uccisione di questo animale è destinata a sfociare nel reato penale. Per questo chiediamo a gran voce che vengano trovati i responsabili di tale barbarie e che si proceda subito al rigetto della domanda di asilo politico. Il rispetto verso l’altrui dolore è sacrosanto ma quando le regole, alle quali devono sottostare tutti i cittadini italiani, vengono calpestate da chi viene ospitato nel nostro Paese, non possiamo rimanere in silenzio».
«Il rispetto delle regole è alla base di ogni stato democratico – ricorda la portavoce del M5S in Consiglio regionale -. Il prefetto deve adoperarsi il prima possibile per garantire il rispetto delle regole e ridare serenità ai cittadini di Gradisca e il rispetto delle regole anche attraverso un maggior controllo del territorio. Non è tollerabile che un cittadino si rivolga alle forze dell’ordine e si senta rispondere: “il problema è noto, non possiamo farci niente”. Chiediamo maggior vicinanza da parte di Regione e Stato al Comune di Gradisca d’Isonzo che sta sopportando, ormai da anni, questa situazione costante di carico a differenza di molti altri comuni che nulla fanno e anzi, decidono di non collaborare con l’idea di una accoglienza diffusa».
«Non possiamo dimenticare – aggiunge Freschi – che lo scorso anno il prefetto Isabella Alberti, supportato dal questore, aveva sottolineato come il problema sicurezza fosse solo percepito. L’avevamo incontrata tutti noi consiglieri comunali di Gradisca nel corso di una riunione nella quale si parlava dei problemi relativi a quello che doveva essere il temporaneo ampliamento del Cara. In quell’occasione avevamo fatto notare che l’ampliamento della struttura avrebbe potuto peggiorare la situazione. Bene, fino ad oggi, a parte qualche piccolo episodio, si poteva affermare che il problema sicurezza fosse solo percepito. Oggi invece dobbiamo constatare che le autorità non sono state in grado di gestire l’impatto sul territorio delle strutture d’accoglienza “temporaneamente” ampliate. A dimostrarlo sono i continui eventi di questi giorni».
«Capiamo le difficoltà operative, la carenza di personale, la mancanza di mezzi ma il prefetto e il questore, così come garantiscono il diritto di ospitalità ai richiedenti protezione internazionale, devono garantire ai cittadini di Gradisca la sicurezza richiesta e il pieno godimento del loro territorio. Due anni fa – ricorda il portavoce del M5S in Consiglio comunale di Gradisca – ci dicevano che non ci sono costruzioni abusive nell’alveo dell’Isonzo e che non ci sono fuochi in quelle zone. Oggi ci verranno a dire che le donne non possono stare in costume da bagno lungo un fiume non balneabile?».
«Che il governo o gli organi competenti intervengano il prima possibile e – conclude – mettano la parola fine all’utilizzo del Cie a Cara e ristabiliscano la sicurezza nel Comune di Gradisca».