
“Fedriga, invece di argomentare la propria posizione rispetto ai quesiti referendari che attendono tutti noi, parla di astensione come ‘scelta democratica’. In altri momenti, invece, altrettanto apertamente invitava gli elettori a non disertare le urne, proprio per l’importante senso civico che è insito nel voto”.
Questa forma di esplicita incoerenza viene evidenziata in una nota stampa dalla consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle), che ricorda anche come l’articolo 48 della Costituzione italiana parli di “voto come dovere civico. Pertanto, chi invita all’astensione dai seggi, tradisce quel dovere e lo fa proprio in un momento storico caratterizzato da una forte disaffezione alle urne”.
“Le cittadine e i cittadini del Friuli Venezia Giulia, ne sono certa, sono invece ben consapevoli – aggiunge l’esponente pentastellata– del fatto che l’8 e il 9 giugno prossimi non saremo certamente chiamati a esprimerci su partiti o schieramenti politici, nè tra la Destra o la Sinistra. Si deciderà altresì in merito a importanti tutele legate al mondo del lavoro, compreso il tanto attuale e delicato tema della sicurezza”.
“Nonostante ciò, tutti noi siamo costretti ad assistere a un pubblico paradosso – precisa Capozzi – attraverso il quale, invece di difendere la partecipazione democratica, figure di vertice invitano esplicitamente all’astensione. Una scelta che, ovviamente, suona come antidemocratica. Perché, se è vero che il voto costituisce un diritto, è altrettanto vero che rinunciarvi provoca un colpo davvero basso alla democrazia stessa”.
“Numerose forze politiche contrarie ai quesiti referendari, piuttosto che argomentare i rispettivi motivi di contrarietà, hanno così invitato i propri elettori -– conclude Capozzi – a non andare a votare, trasformando l’astensione in una scelta politicamente rilevante”.