
“È ormai necessario che l’Esecutivo del Friuli Venezia Giulia renda noto se sia stata realmente stipulata una convenzione, oppure altri interventi attraverso il Sistema assicurativo regionale, al fine di rendere maggiormente accessibile alle aziende installatrici la sottoscrizione di una polizza collettiva che rispetti le caratteristiche previste dal Regolamento del Reddito energetico Nazionale”.
Per ottenere le auspicate risposte su questo tema, la consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle) ha depositato un’interrogazione a risposta orale alla Giunta regionale che ha come oggetto “Assicurazioni da stipulare per accedere al Fondo Nazionale Reddito Energetico”.
“È anche importante sapere – aggiunge l’esponente pentastellata – se e quando la Regione si sia fatta portavoce al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica per una rapida risoluzione della problematica già evidenziata con la presentazione di un ordine del giorno collegato al Bilancio di previsione per gli anni 2025-2027”.
“Il decreto ministeriale REN del 2023 ha istituito il Fondo – premette Capozzi – con l’obbiettivo di finanziare in conto capitale la realizzazione di impianti fotovoltaici a uso domestico in assetto di autoconsumo, di potenza non inferiore a 2 kW e non superiore a 6 kW, a servizio di unità immobiliari di tipo residenziale nella titolarità di nuclei familiari in condizione di disagio economico”.
“Nel 2024 lo stesso ministero ha approvato il Regolamento REN – sottolinea la rappresentante del M5S, ribadendo i contenuti della sua Iro – che concede operatività al Fondo, definendo i requisiti delle famiglie che possono beneficiare dell’impianto fotovoltaico a titolo gratuito e dei soggetti deputati a realizzare gli impianti, nonché quelli relativi alle strutture fotovoltaiche e ai servizi accessori inclusi per monitoraggio, manutenzione e assicurazione”.
“La copertura assicurativa obbligatoria per gli impianti in REN – spiega ancora Capozzi – deve essere stipulata dalle aziende realizzatrici, essere una polizza multirischi e coprire l’impianto per almeno 10 anni dall’entrata in esercizio. Il costo è tuttavia tassativamente a carico del soggetto realizzatore, mentre la stipula è condizione di ammissibilità al contributo. Pertanto, deve avvenire entro il termine utile per la presentazione al GSE, da parte dell’azienda realizzatrice, della richiesta di erogazione del contributo in conto capitale”.
“Le aziende regionali – conclude Capozzi – segnalano un’estrema difficoltà a reperire compagnie assicurative disposte a stipulare tali polizze, rischiando la richiesta di premi notevolmente elevati rispetto al corrispettivo previsto dal Legislatore e pagato direttamente al soggetto realizzatore dal GSE. Quindi, potenziale causa della risoluzione dei contratti di installazione con conseguente rinuncia del contributo già assegnato alle famiglie in condizioni di disagio economico”.