
“In un mondo ideale, giusto e rispettoso di ogni forma di regola sociale, morale o codificata, celebrare una giornata come quella odierna non dovrebbe essere necessario. Invece, ancora una volta, siamo qui a ricordare con determinazione quegli eroi che hanno dato la vita per il nostro Paese, ma anche i loro carnefici che, troppo spesso impunemente, hanno continuato e continuano ad agire con bestiale crudeltà”.
Lo rimarca, attraverso una nota stampa, la consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle) nel giorno in cui ricorrono le doverose commemorazioni delle vittime dell’attentato di Capaci, avvenuto ormai 33 anni or sono, unitamente a quelle dell’analoga tragedia di via D’Amelio, allargate ai caduti sotto i colpi di tutte le mafie.
“La ricorrenza nazionale del Giorno della legalità – aggiunge l’esponente pentastellata – ci riporta ancora una volta a quelle terribili ore del 1992 e allo strazio provato da ognuno di noi alla vista di quelle immagini di guerra e all’elenco che riportava i nomi dei coraggiosi eroi che hanno dato la vita per difendere la giustizia: Giovanni Falcone e sua moglie Francesca Morvillo (anche lei magistrato), insieme ai tre agenti della scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani”.
“Senza mai dimenticare – precisa Capozzi – le decine di feriti, duramente colpiti nel fisico quanto nell’animo, la cui vita è stata irrimediabilmente stravolta. Il minuto di rumoroso silenzio dovuto a tutti loro alle 17.58 precise e i drappi bianchi appesi ai balconi costituiscono dovuti simboli di rispetto e riconoscenza, sottolineando l’importanza di non dimenticare mai”.
“Cerimonie, corone di fiori e squilli di tromba, tuttavia, non bastano. Ambiguità, connivenze e ritardi decisionali – conclude Capozzi – sono andate e vanno in senso contrario rispetto la più che mai necessaria diffusione all’interno dell’intera comunità nazionale del valore della legalità e del totale rigetto nei confronti di qualsiasi forma di sopruso e sopraffazione”.