
“Quasi mezzo secolo, volato via come un soffio di vento, non ha cancellato neppure una delle immagini strazianti che contraddistinsero quell’immane tragedia. Un migliaio di esistenze spazzate via dalla furia delle scosse sismiche, interi paesi rasi al suolo e disperazione ovunque. Eppure, proprio da quel drammatico 6 maggio 1976, il Friuli e le sue genti seppero risollevarsi con disperato orgoglio e incrollabile determinazione, presentando al mondo intero la forza dei loro volti impassibili, del loro carattere indomito e della loro innata operosità”.
La consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle), attraverso una nota stampa, prende la parola per ricordare quanto accadde in regione 49 anni or sono quando, nonostante i dolorosi lutti e l’ovvia disperazione, dalle macerie di territori sconvolti emerse la voglia di lottare e di opporsi alla sorte avversa.
“Le lacrime non si erano neppure asciugate – aggiunge l’esponente pentastellata – che già emergeva quel desiderio di rinascita e di unità d’intenti che hanno consentito di dare il via a un autentico esempio di ricostruzione, senza vittimismi, all’insegna dell’alacrità e del reciproco supporto”.
“Intere comunità, guidate da amministratori modello e supportate dagli uomini in divisa, seppero riprendersi – precisa Capozzi – aprendo la strada anche a preziose attività di volontariato che, in futuro, sarebbero state altrettanto utili e generose in occasione di altre catastrofi nazionali, recando con sé proprio l’eredità di quell’esperienza e competenze sempre più professionali”.
“Un Friuli, esempio di cuore, corpo e anima – sottolinea la rappresentante del M5S – che, proprio da quelle ore, seppe ripartire per ricostruirsi, rinnovarsi e migliorarsi sotto molteplici aspetti”.
“Un naturale e innato spirito di coesione e di solidarietà esasperato da quel sisma maledetto – conclude Capozzi – ma che, anche oggi, deve più che mai costituire un illuminato modello di comportamento umano e di scelte politiche per affrontare un momento storico drammatico e una parentesi economica ormai delicatissima. Giusto, perciò, ricordare con profonda e sincera commozione; ma ancor più giusto, soprattutto da parte delle Istituzioni e del mondo della politica, prendere esempio, onorando vittime ed eroi di allora con un atteggiamento coscienzioso e una collaborazione incessante per il bene della collettività. Un atteggiamento che parta dai Comuni per arrivare fino al Governo nazionale, passando ovviamente per la centralità della Regione”.