Zona industriale Aussa Corno: «La centrale delle meraviglie parte col piede sbagliato»

Ziac, Sergo (M5S): «La centrale delle meraviglie parte col piede sbagliato»

 

 

Il portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Cristian Sergo, interviene nel dibattito sul futuro dell’Aussa Corno, sollevando alcuni dubbi legati alla realizzazione della nuova centrale a biomasse in un’area della Ziac. «L’Aussa Corno di recente ha tirato un sospiro di sollievo a seguito della presentazione di un progetto per una nuova centrale a biomasse che potrebbe esser installata nella Zona Industriale. Centrale a biomasse da 10Mw che, stando alle dichiarazioni dei proponenti, dovrebbe portare un sicuro risparmio del 10-15% alle imprese insediate nel Consorzio – spiega Sergo -. Il terreno scelto per l’insediamento della centrale è particolarmente strategico e ha la possibilità di utilizzare anche la ferrovia per l’approvvigionamento dell’impianto. Come appreso dalla stampa e annunciato dai proponenti “si bruceranno per il 30 % biomasse agricole (rotoballe); per il 25% i risultati delle lavorazione industriale; il resto, materiale proveniente dal sottobosco e di autoproduzione. Per l’autoproduzione, saranno utilizzate delle piante (vedi la paulonia) a crescita rapida che forniranno materia prima alla centrale”.Qualora questa merce non dovesse arrivare via “rotaia” – precisa il portavoce M5S –per produrre gli annunciati 72.000 MWh elettrici in un anno sarebbero necessari 1800 tir, quindi circa 6 mezzi pesanti al giorno».

 

«A parte il quesito spontaneo che viene da porsi, ovvero da dove provenga la merce, la nostra attenzione verso l’ambiente ci ha portato a fare ulteriori calcoli – rivela Sergo -. Alle percentuali sopra riportate va aggiunta una quantità variabile tra il 20% e il 30% di CDR-Q, ovvero il “combustibile derivato dai rifiuti” dove “Q” sta per “alta qualità”.Peccato però che dopo un intervento normativo e a seguito del nostro pressing effettuato in Consiglio regionale volto a diminuire l’incenerimento dei rifiuti, attualmente, nel Friuli Venezia Giulia non è previsto il rilascio di autorizzazioni per attività che ne prevedano la combustione».

 

«In passato spesso e volentieri il territorio sangiorgino si è opposto a questo tipo di soluzioni. Anche prendendo, infatti, per buone le intenzioni dei proponenti di riuscire a “eliminare” le emissioni in atmosfera, non possiamo che allarmarci per quello che verrà bruciato nella centrale, la sua provenienza e la sua “sostenibilità”. Perché se non si potrà incenerire il CDR-Q quale sarà il combustibile utilizzato? Prodotti agricoli da coltivazioni intensive?» si chiede il consigliere regionale pentastellato.

 

«È un vero peccato che il nuovo corso del Consorzio parta subito con mezze verità e notizie nascoste ai cittadini. La società che ha proposto il progetto di centrale a biomasse si è affrettata ad affermare che la centrale “non è un inceneritore, ma un impianto con le emissioni al di sotto dei limiti”. Una strana affermazione visto che di emissioni non ci dovrebbe essere più traccia. Ricordiamo che le leggi regionali vigenti non permettono l’installazione di centrali a biomasse entro i 2 km dalle colture ritenute pregiate. E se ci sono limiti di questo tipo un motivo ci sarà. Riteniamo – conclude Sergo – che troppe cose siano state celate nel corso degli ultimi decenni su questa zona e che sia ora di dare una svolta anche dal punto di vista della trasparenza e del rapporto con i cittadini, oltre che delle imprese insediate».