UNIVERSITÀ DI UDINE SOTTOFINANZIATA

Basta con le lamentele senza fine del rettore De Toni. Il possibile candidato presidente di Regione del centrosinistra si dia da fare invece per migliorare i meccanismi di reclutamento dei ricercatori, unico modo per far crescere concretamente la qualità della ricerca dell’ateneo friulano.

Il pianto greco del rettore dell’Università di Udine Felice De Toni è senza fine. Dopo essersi lamentato per anni nei confronti del Ministero – negli ultimi mesi guidato dalla senatrice del Pd ed ex sindacalista della Cgil Valeria Fedeli – per i finanziamenti sempre troppo scarsi ricevuti dal suo ateneo, adesso De Toni ha iniziato a battere cassa nei confronti della Regione Friuli Venezia Giulia. Oggi, infatti, il numero uno dell’ateneo friulano ha ricordato pubblicamente che molte altre università italiane vengono generosamente sostenute dalle proprie Regioni. Qui invece la giunta Serracchiani, secondo De Toni, in sostanza avrebbe “il braccino corto”. Innanzitutto questo siparietto fa sorridere perché il rettore friulano viene da settimane indicato come uno dei possibili candidati del centrosinistra alla presidenza della Regione. Quindi il possibile successore di Debora Serracchiani, rimprovera la stessa Serracchiani e i suoi colleghi professori universitari e assessori regionali Francesco Peroni e Loredana Panariti di essere particolarmente avari con l’eccellente Università di Udine.

In questo casi non possiamo che rispolverare il vecchio adagio “chi è causa del suo mal, pianga se stesso”. Come abbiamo già ricordato, alcune settimane fa l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) ha selezionato intanto i migliori 350 dipartimenti universitari italiani per l’eccellenza nella qualità della ricerca e nella progettualità scientifica, organizzativa e didattica. In seconda battuta, tra questi, con cadenza quinquennale, saranno individuati solo 180 dipartimenti che dal prossimo anno si divideranno una somma complessiva annuale di 271 milioni di euro. Bene, nei 350 dipartimenti “top” in Italia troviamo un solo dipartimento dell’Università di Udine: quello di Studi umanistici e del patrimonio culturale. Un dato oggettivo che testimonia la difficoltà in cui versa l’ateneo friulano sia per quanto riguarda la qualità della ricerca. Una bocciatura, senza appello, che arriva proprio da chi è deputato a sostenere economicamente gli atenei.

Oggi Felice De Toni è tornato alla carica nei confronti della Regione. L’obiettivo del Rettore tanto amato dal Pd e dal centrosinistra tutto, è quello di ottenere risorse economiche aggiuntive, oltre a quelle ricevute solo pochi giorni fa anche attraverso il sistema di perequazione della Regione Fvg. In poche parole, secondo lui, la Regione deve sopperire alla mancanza di fondi ministeriali, nonostante la pessima valutazione ottenuta complessivamente dall’Ateneo di Udine.

Noi siamo convinti che l’Università di Udine, invece di lagnarsi continuamente, debba innanzitutto migliorare i propri meccanismi di reclutamento dei ricercatori, l’unico modo per far crescere concretamente la qualità della ricerca. E in questi anni, anche attraverso la Conferenza dei rettori italiani, avrebbe potuto impegnarsi, inoltre, per modificare i criteri di valutazione avvallati dai governi amici di centrosinistra. Se avesse lavorato bene su questi fronti, oggi saremmo qui a commentare risultati certamente più gratificanti, anche da un punto di vista economico.