PROPOSTA DI LEGGE PER CONTRASTARE IL BULLISMO

Il gruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale ha depositato una proposta di legge nazionale intitolata “Misure urgenti in materia di contrasto al bullismo”. Ad annunciarlo già la settimana scorsa in Aula è stata la portavoce del M5S Eleonora Frattolin. «È sempre più sentita la necessità di introdurre con urgenza misure straordinarie per contrastare il cosiddetto bullismo, un fenomeno in forte aumento anche nel Friuli Venezia Giulia. Un vero e proprio allarme sociale per la nostra collettività».

«Partendo da queste basi, e tenendo conto delle proposte di legge già presentate in parlamento dal MoVimento 5 Stelle incentrate soprattutto sulla prevenzione, – precisa Frattolin –  puntiamo a creare per la prima volta una disciplina organica, utilizzando in questo caso un sistema di norme già presenti nel nostro ordinamento, finalizzandolo al contrasto degli episodi di bullismo e introducendo misure volte all’emersione del fenomeno attraverso l’adeguamento del nostro codice penale. L’obiettivo è quello di prevenire, di garantire una più concreta tutela delle vittime e di perfezionare il trattamento punitivo di chi si renda protagonista di atti di bullismo».

«Questa scelta, elaborata grazie alla collaborazione con il dott. Sceusa, presidente del Tribunale dei Minori di Trento – aggiunge la portavoce del M5S -, è stata dettata dall’opportunità di non creare nuove norme, ma di procedere attraverso l’adeguamento della normativa esistente che già punisce gli atti persecutori e che ha introdotto nel codice penale l’art. 612 bis. Gli atti di bullismo, infatti, altro non sono che atti persecutori, compiuti spesso da minorenni verso altri minorenni».

«Con il nostro provvedimento vengono introdotti dei correttivi fondamentali. Per esempio – spiega Frattolin – si potrà fare richiesta al questore di ammonimento nei confronti di chi compie atti di bullismo. Questo ammonimento, compiuto dall’autorità di polizia al minore alla presenza dei genitori, sarà sicuramente avvertito come un forte deterrente. Il minore “bullo” avrà così una possibilità di ravvedersi senza incorrere nell’odierna automatica perseguibilità d’ufficio, motivo per il quale oggi spesso non vengono denunciati i minori responsabili alle autorità competenti. Inoltre sarà predisposto un piano di ri-orientamento del comportamento nell’istituto di appartenenza secondo le modalità ritenute più adeguate. Con questo intervento, successivo all’ammonimento – conclude Frattolin –, si vuole guidare il giovane verso una chiara percezione di quanto rappresenti un disvalore compiere atti persecutori».