NUOVO IMPIANTO DELLA NET: L’AZIENDA CONTINUA A NON RISPONDERE SUGLI 8 MILIONI PUBBLICI “REGALATI” ALL’ASSOCIAZIONE TEMPORANEA DI IMPRESE

La Net, società partecipata del Comune di Udine che gestisce la raccolta differenziata e il trattamento dei rifiuti nel capoluogo friulano e in oltre 80 comuni della regione, sul web ha un dominio che rappresenta una vera e propria dichiarazione di intenti: www.netaziendapulita.it. Una realtà di certo pulitissima, ma poco trasparente. L’ultima notizia sul proprio sito risale infatti a fine gennaio. Tema: innovazione informatica alla Net. Del nuovo e importantissimo impianto da 33 milioni di euro per trattare i rifiuti, che permetterà anche un cospicuo risparmio nelle bollette dei cittadini, della gara che ha portato a questo risultato e delle società che hanno presentato questo progetto sul sito Internet dell’azienda, invece, neanche una parola, ma cosa ben più grave dell’esito della gara non c’è traccia nell’apposita sezione “amministrazione trasparente”.
Per “fortuna” – si fa per dire – oggi il Messaggero veneto ha pubblicato un articolo, o forse sarebbe il caso di chiamarla più una velina dell’azienda considerato che non viene riportata nemmeno la firma dell’autore, grazie al quale siamo venuti a sapere che la gara d’appalto per la costruzione e la gestione dell’innovativo impianto di trattamento dei rifiuti solidi urbani e dell’organico e delle opere accessorie e complementari è stata vinta dall’associazione temporanea tra le imprese Bioener, Green Project, Ici Impianti Civili e Industriali, Austeam Environmental Protection e Amut”. Due di queste aziende – la Bioener spa di La Spezia e la Green Project srl di Firenze – erano note perché sono quelle che avevano presentato il “project financing”, mentre Ici Impianti Civili e Industriali è balzata agli onori della cronaca già alcuni anni fa per aver finanziato con 3 mila euro la campagna elettorale della presidente Serracchiani e da allora ha partecipato alla costruzione del nuovo Stadio Friuli e sta costruendo il nuovo Polo Intermodale a Ronchi dei Legionari.
Ovviamente nessuna risposta neanche alle domande che avevamo fatto pubblicamente dieci giorni fa in conferenza stampa: perché la Net ha ritenuto di versare 8 milioni di euro di contributo pubblico, per il “project financing del nuovo” impianto di compostaggio previsto in via Gonars a Udine quando un progetto praticamente identico in Puglia non costerà nulla ai cittadini della regione del sud Italia?
Nell’articolo del Messaggero veneto viene ribadito che “le tariffe favorevoli, assieme alla posizione baricentrica del nuovo impianto, comporteranno una ricaduta positiva sui costi di Net e, di conseguenza, sulle tariffe finali”. A maggior ragione, ci chiediamo che senso aveva mettere sul tavolo anche 8 milioni di euro, ovvero soldi dei cittadini di un’ottantina di comuni del Friuli Venezia Giulia? Se, come sostenuto dalla Net, non erano soldi richiesti ma è stata la società udinese che ha ritenuto di metterli, avranno come unico scopo quello di aumentare gli utili dell’Associazione temporanea d’impresa? Avevamo realmente bisogno in questa regione di un altro impianto di compostaggio dopo aver autorizzato un mega impianto come quello della Bioman a Maniago che soddisfa già abbondantemente il fabbisogno regionale (e arriva a gestire l’umido di Roma)?
Da un’azienda che si autoproclama “pulita” bisogna pretendere uno sforzo maggiore in termini di trasparenza, risposte in tempi ragionevoli e tutela dei lavoratori, cosa che in questo caso non è avvenuta atteso che la realizzazione dell’impianto ha comportato il licenziamento di nove dipendenti.