ELETTRODOTTO: DAL GOVERNO RENZI NESSUNA PRESA DI POSIZIONE CONTRO TERNA

Si è tenuta questa mattina alla Camera dei Deputati la seduta dedicata alle interpellanze urgenti. In questa occasione il portavoce del MoVimento 5 Stelle Giorgio Sorial ha interrogato i Ministeri competenti sulla procedura riguardante l’iter realizzativo per l’elettrodotto Udine Ovest – Redipuglia. Presente oggi in Aula in rappresentanza del goveno Renzi il sottosegretario Silvia Velo, la quale non è riuscita a fornire alcuna risposta valida alle domande puntuali del MoVimento 5 Stelle.

Non è stato possibile conoscere, infatti, se e quali provvedimenti siano stati intrapresi nei confronti dei dirigenti del Ministero dei Beni Culturali che nel 2011 hanno sancito la compatibilità ambientale dell’elettrodotto compiendo quel gravissimo “sviamento di potere” fortemente censurato dal Consiglio di Stato, che ha portato all’annullamento dell’autorizzazione a costruire l’opera. Per assurdo a redigere il nuovo parere potrebbero essere le stesse persone.

Nulla si è saputo su chi gravano i costi e i ritardi causati da queste inadempienze.

Non c’è stato alcun rilievo da parte del Ministero circa il fatto che, nell’avviso pubblico dello scorso febbraio, Terna abbia lasciato intendere che i precedenti pareri della commissione tecnica VIA siano stati fatti salvi dalla sentenza del Consiglio di Stato. Sappiamo benissimo che non è così e che anzi il Collegio, accogliendo tutti i ricorsi che erano stati presentati avverso il decreto dei Beni culturali, ha accolto anche tutti gli altri atti connessi. Pertanto è stato annullato tutto il procedimento. Il sottosegretario Velo lo sa benissimo, tant’è che dopo aver consultato l’avvocatura era stata lei stessa pochi mesi fa in Aula a riferire che si doveva avviare una nuova procedura di VIA.

La rappresentante del governo Renzi nulla però ha riferito in merito al fatto che, avendo ripresentato lo stesso progetto, senza le alternative possibili, questa procedura è parimenti censurabile così come la precedente.

Infine, cosa ancor più grave, è stata la frase del sottosegretario Silvia Velo secondo la quale Terna avrebbe fornito una complessiva attualizzazione del quadro ambientale del progetto, ove si tiene in debito conto la fase avanzata di costruzione dell’opera, quella basata su un iter dichiarato illegittimo dallo stesso Consiglio di Stato. In realtà, nonostante Terna dichiari di aver completato l’opera per l’81%, nei suoi elaborati ha presentato solamente una foto dove è visibile appena un pilone con i fili già collegati.

Ribadiamo che se siamo di fronte a una nuova procedura di VIA, non si deve valutare se questo progetto è migliore del precedente, ma se questo progetto è migliore rispetto a uno alternativo, eventualmente anche interrato, che avrebbe un impatto sul paesaggio estremamente basso. Invece, nello studio di impatto ambientale Terna sostiene che “l’elettrodotto coinvolge un territorio agrario posto nella fascia meridionale dell’alta pianura friulana, a confine con la bassa pianura, e pur nelle trasformazioni che apporta, è adatto ai caratteri dei luoghi, non produce danni al funzionamento territoriale e non abbassa la qualità paesaggistica”.

Non contenti i proponenti irridono i cittadini del Friuli Venezia Giulia sostenendo che “vista la morfologia pianeggiante del territorio interessato, e la vocazione prevalentemente agricola, assume particolare significato la presenza di elementi di mascheramento che attenuano fortemente la percezione del paesaggio circostante e comunque limitano le visuali osservabili. Tra il tracciato dell’elettrodotto in esame ed un potenziale osservatore, infatti, si frappongono una serie di elementi del paesaggio, occupanti piani visuali diversi, che influenzano a tal punto la percezione da renderla talvolta impossibile”.

Infine, Terna aggiunge anche che se i piloni appaiono grandi e impattanti è colpa dell’osservatore che sta troppo vicino agli stessi, infatti, secondo i progettisti allontanandosi dai piloni, prima o poi si troverà un ostacolo pronto a mascherare l’opera (in pianura?) e quindi basta allontanarsi fino a che l’elettrodotto risulterà “difficilmente percepibile a distanze ancora maggiori”. Come a dire che a Venezia non lo vedono e quindi non c’è impatto paesaggistico.

Forse i proponenti si sono confusi, speriamo non si confondano anche i funzionari chiamati a redigere i pareri di questa Rinnovata Procedura di Via, che in quanto tale deve poter valutare anche le alternative di progetto.