CAVE: I CITTADINI DEVONO SAPERE CHE QUESTA LEGGE “FA CAVARE”!

«Un vero e proprio delitto ambientale. Ecco quanto rischiano di provocare, con le decisioni prese oggi, i partiti di centro sinistra e di centro destra presenti in Consiglio regionale. Hanno voluto approvare, infatti, un disegno di legge sulle attività estrattive in assenza di un Piano regionale delle attività estrattive (Prae), piano che fotografa la realtà e stabilisce i veri fabbisogni del Friuli Venezia Giulia in questo settore. A fronte dei milioni di metri cubi di materiale già autorizzati in precedenza, solo da poche ore sappiamo che esistono istruttorie per nuove autorizzazioni o ampliamenti per oltre 5 milioni e 200 mila metri cubi. Avete idea di quanti camion siano necessari per trasportare questa montagna di materiale? Almeno 346 mila camion che dovranno percorrere le strade e i centri dei piccoli paesi della regione per tutta la durata delle concessioni. Un danno ambientale incalcolabile! I cittadini devono sapere che questa legge “fa cavare!”». I portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, motivano così la bocciatura da parte dei pentastellati del testo di disciplina organica delle attività estrattive.

«Quello avvalorato ieri e oggi in Consiglio regionale è un modo di procedere assurdo e inefficace – attacca Eleonora Frattolin -. Abbiamo discusso e legiferato senza avere i dati delle cave dismesse, né quelli degli effettivi risultati economici del settore e con i numeri riguardanti le richieste di autorizzazioni pendenti resi pubblici solo la sera prima della discussione in Aula. È dal 2014 che chiediamo il completamento del Prae, ottenendo sempre la risposta che era in avanzato stato di realizzazione. Ora con questo disegno di legge si dice che il Piano – forse – sarà predisposto entro un anno. Nel 2015 avevamo anche chiesto uno stop al rilascio di nuove autorizzazioni, proprio per evitare la rincorsa che si è verificata in attesa delle nuove norme. Proposta cassata, come tutte quelle che abbiamo presentato per migliorare questa legge».

«Se tra un anno il Prae stabilirà che i fabbisogni regionali sono abbondantemente superati cosa faremo? Qualcuno vuole iniziare a considerare i materiali disponibili con lo sghiaiamento dei corsi d’acqua e quelli disponibili con il recupero degli inerti da costruzione e demolizione, che siamo costretti per forza ad aumentare come ci impone l’Europa? Ci sarà il coraggio di vietare nuove autorizzazioni e modificare questa norma in maniera più restrittiva?» chiede la portavoce del MoVimento 5 Stelle.

«Con questo disegno di legge si poteva dimostrare concretamente la volontà di tutelare dell’ambiente e il consumo di suolo zero. All’art. 11 – ricorda Cristian Sergo – si introducono i limiti di sostenibilità ambientale che però rispetto ad altre regioni, sono molto blandi. Anche sul fronte degli oneri di coltivazione, si è scelto di rimandare ad una successiva delibera di giunta la rideterminazione degli stessi, non ponendo nemmeno dei limiti inferiori sotto i quali non scendere. Il risultato è che il Friuli Venezia Giulia rimarrà una delle regioni con gli oneri mediamente più bassi, all’interno di una nazione che annovera oneri di estrazione ai minimi in Europa. Una manna per i cavatori: oneri bassissimi e guadagni altissimi!».

«Il peggio di questa legge è però incluso nelle norme transitorie: grazie a una lunga serie di deroghe, ampliate ulteriormente con emendamenti e subemendamenti portati in Aula, sono state fatte salve, ad esempio, tutte le autorizzazioni già rilasciate. Chi le ha ottenute, chiedendo per tempo i rinnovi, può così continuare a scavare fino all’esaurimento dei volumi autorizzati. Numerose attività avranno poi la possibilità di ampliare le cave in deroga ai vincoli stabiliti precedentemente. Con un solo articolo – specifica il portavoce del M5S – sono riusciti a vanificare le poche regole buone che avevano inserito in legge!».

«Rimane il rammarico di constatare che né centrodestra, né centrosinistra abbiano intenzione di iniziare a considerare il pericolo di infiltrazioni mafiose nella nostra Regione e anche in questo settore produttivo, che secondo il Ministero degli Interni e la Direzione Nazionale Antimafia è uno dei più a rischio. Nessuno colpevolizza le nostre aziende. Il nostro intento – conclude Sergo – è quello di non importare in Friuli Venezia Giulia imprese che abbiamo altri scopi».