CAMORRA A TRIESTE E UDINE: ENNESIMO EPISODIO INQUIETANTE CHE LA POLITICA REGIONALE NON PUÒ SOTTOVALUTARE

«Più volte in Consiglio regionale ci siamo sentiti dire: “La mafia in Friuli Venezia Giulia non esiste”. Oggi, invece, quegli stessi politici “distratti” sono costretti a registrare l’ennesima operazione della Guardia di Finanza e dei Carabinieri nell’ambito di un’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Trieste, guidata dal Procuratore capo Carlo Mastelloni. Operazione che sta coinvolgendo attività commerciali a Trieste e Udine. Questi politici devono togliersi il prosciutto dagli occhi e aiutarci a portare quanto prima in Aula la nostra proposta di legge regionale Antimafia “Norme in materia di prevenzione e contrasto dei fenomeni di criminalità organizzata e di stampo mafioso”. Nella presentazione della legge ricordavamo infatti come l’economia regionale si presti per attività di reinvestimento di capitali illeciti nei settori del commercio di capi di abbigliamento, ristorazione e attività ricreative. Continuare a negare l’evidenza, continuare a sottovalutare i problemi, non fa che lasciare campo libero alle Mafie». Il portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Cristian Sergo commenta così le nuove indagini portate avanti dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Trieste.

«Solo tre settimane fa – ricorda Sergo – a Trieste è stato interrogato uno dei boss della famiglia Iona, a capo di un’associazione a delinquere di stampo mafioso con base – udite udite! – a Monfalcone. Recentemente, sempre nel capoluogo regionale, sono stati confiscati 13 immobili a persone e organizzazioni di stampo mafioso. Abbiamo letto poi che i Casamonica si sono infiltrati in un’azienda di Budoia nel Pordenonese. E la lista potrebbe continuare a lungo. Tutto questo, però, ai politici del Friuli Venezia Giulia di centro destra e di centro sinistra pare non bastare».

«D’altronde la Mafia sempre più presente nei nostri territori è un argomento indigesto per la politica regionale. Nella precedente seduta di Consiglio, il 7 luglio scorso, abbiamo cercato di porre l’attenzione sul rischio concreto delle infiltrazioni mafiose nel settore delle attività estrattive. Anche in quella occasione – rimarca il portavoce del M5S – ci siamo sentiti dire che non siamo più negli anni 60, che non c’è alcun rischio nel ricco Nordest. Addirittura sono arrivati a sostenere che noi riteniamo dei delinquenti tutti gli imprenditori del Friuli Venezia Giulia. Ebbene, in quei giorni non sapevamo ancora quanto fosse accaduto a un’azienda del settore che opera anche nella nostra regione. Quest’azienda, in una cava vicino a Montebelluna a soli 40 km dal Friuli Venezia Giulia, ha subito un furto importante di automezzi per un danno pari a centinaia di migliaia di euro. Sindacati e media hanno parlato di “ombra di mafia” anche su questo episodio».

«Ormai è palese che le cosche stanno facendo loschi affari anche nella nostra regione. Fare finta di niente non fa che mettere in difficoltà i nostri imprenditori che si aspettano di essere difesi dalla classe politica. Per questo – conclude Sergo – chiediamo per l’ennesima volta che venga almeno istituito l’Osservatorio regionale Anti-Mafia da noi proposto».