AMBIENTE: “SI SONO CONCRETIZZATE LE NOSTRE PREOCCUPAZIONI: IL PIANO REGIONALE DELLE ATTIVITÀ ESTRATTIVE “BOCCIATO” DAL MINISTERO”

Apprendiamo con rammarico che, oltre alle numerosissime osservazioni pervenute in questi mesi da parte dei portatori di interesse regionali, anche il Ministero dell’Ambiente ha presentato una corposa serie di rilievi al Piano Regionale delle Attività Estrattive (PRAE) che la Giunta regionale era in procinto di approvare in finire di legislatura.

Rilievi talmente “pesanti” che ne hanno bloccato l’approvazione definitiva. Il Ministero infatti, evidenziando le “importanti criticità rilevate” ritiene che “il presente Rapporto Ambientale (del PRAE), nel complesso, non costituisce una base informativa esaustiva per la formulazione di considerazioni in merito alla caratterizzazione degli impatti ambientali derivanti dall’attuazione del Piano… Per tale motivo, non è possibile formulare osservazioni relativamente all’analisi ed agli esiti valutativi dei probabili impatti significativi che l’attuazione della proposta di PRAE può determinare sull’ambiente e sulle aree della rete Natura 2000″, rispedendo il tutto all’Autorità regionale competente per la VAS, per “una più opportuna valutazione in merito alle modalità di prosecuzione dell’iter di formazione approvazione del Rapporto ambientale e al recepimento degli aggiornamenti proposti”.

Le importanti criticità rilevate dal Ministero riguardano: la mancanza di molte informazioni, spesso incomplete e scarsamente significative, sugli impatti che tutti i diversi aspetti ambientali potrebbero subire con l’attuazione del Piano; la richiesta di approfondire e motivare chiaramente le controdeduzioni alle osservazioni ricevute dai portatori di interesse; la sottostima dell’impatto causato dalle attività estrattive per la componente paesaggio; la mancanza di evidenze analitiche comprensibili in merito all’affermazione “Un’analisi degli impatti del Piano, pertanto, non risulta significativa”; la mancanza di dati sul consumo di suolo; l’esclusione dei corpi idrici sotterranei dalle valutazioni sull’impatto delle attività estrattive; il mancato adeguamento al “piano sedimenti” elaborato dall’Autorità di Bacino del Distretto delle Alpi Orientali (il cui responsabile, sentito dal Ministero, addirittura non riferisce di essere al corrente di tale fase di valutazione sul Progetto di PRAE!).

La cosa grave è che, con le dimissioni della presidente Serracchiani, si entra in regime di attività ordinaria e non sarà più possibile approvare il PRAE entro il 29 aprile. Questo significa che toccherà alla prossima giunta approvare un eventuale piano regionale di settore, sempre che ce ne sia la volontà politica: non c’è nessun obbligo in tal senso e potrebbero passare anni.

Purtroppo si concretizzano le preoccupazioni che abbiamo espresso numerose volte in questi anni in Consiglio regionale, sempre negate e sminuite dall’assessore Vito: grazie al regime transitorio della legge sulle attività estrattive, più volte ritoccato al rialzo anche dalla maggioranza, continueranno ad essere in vigore tutta una serie di deroghe e proroghe concesse alle autorizzazioni in essere e a quelle presentate nel frattempo, fino a data da destinarsi. I cavatori ringraziano, l’ambiente molto meno.