NOTA DEL COMITATO PER LA LEGISLAZIONE, IL CONTROLLO E LA VALUTAZIONE

Il Comitato per la legislazione, il controllo e la valutazione, presieduto da Ilaria Dal Zovo (M5S) ha esaminato e, infine, approvato con voto unanime la prima relazione informativa sull’attuazione della LR 15/2015 predisposta dagli Assessori regionali alla Salute, Telesca e al lavoro Panariti che illustra e commenta i dati derivanti dal monitoraggio del primo anno di sperimentazione della Misura attiva di sostegno al reddito (MIA).

La legge regionale 10 luglio 2015, n. 15 , ha infatti introdotto la MIA al fine di assicurare un sostegno economico alle persone che non dispongono di una adeguata fonte di reddito. Si tratta di un intervento monetario di integrazione al reddito erogato nell’ambito di un percorso concordato (patto di inclusione) finalizzato a superare le condizioni di difficoltà del nucleo familiare beneficiario.

Nella relazione gli assessori hanno dato conto, del processo di attuazione della misura, dei contenuti dei Patti di inclusione riferendo anche sui punti di forza della misura, sulle risorse erogate e sulle criticità emerse. L’assessore ha precisato che l’afflusso di domande iniziale è stato elevatissimo, superiore a quanto previsto.

Nei primi tre mesi di avvio sono state accolte e inserite a sistema ben 8.518 domande su un totale di 15.745 di domande registrate nel periodo considerato (oltre il 50% del totale delle domande del primo anno): un numero elevatissimo, se si considera che nell’arco del 2015 i fruitori del Fondo di solidarietà (l’intervento che la MIA andava a sostituire e che aveva soglia ISEE più elevata) erano stati 5.373. I nuclei familiari beneficiari della misura sono stati 14.102.

L’afflusso di domande è stato differenziato a livello territoriale concentrandosi soprattutto nelle aree urbane. I nuclei unipersonali rappresentano il 33% del totale (maggior peso nel Triestino, Alto Isontino e Alto Friuli). I nuclei con tre o più componenti sono il 49% del totale (maggior peso nel Basso Isontino, San Vito al T., Azzano X e Pordenone). Prevalgono le famiglie con figli (57,5% del totale); di queste l’85% ha almeno un figlio minorenne. Analizzando la cittadinanza del richiedente in regione prevalgono i nuclei con richiedente italiano (61,9%9 rispetto il 38,1% del richiedente straniero. Al crescere della numerosità dei figli prevale la cittadinanza straniera (per il 60% dei nuclei con 3 o più figli il richiedente è straniero).

I nuclei che presentano al loro interno un componente con invalidità sono il 15% del totale.

Dato interessante quello relativo ai patti di inclusione. Al primo settembre 2016, risultano stipulati 8.819 Patti, pari al 67% dei nuclei beneficiari di almeno due bimestri di erogazione finanziaria. IL 48,5% dei Patti persegue finalità di pura inclusione sociale (area abitativa, relazionale cure genitoriali e parentali) mentre il restante 51,5% contiene obiettivi riferiti all’Area lavorativa e formativa.

Dalla relazione è emerso inoltre un dato consistente pari addirittura al 36% di working poor (cioè i c.d. lavoratori poveri che nonostante un’occupazione accedono alla misura in quanto si trovano in condizioni di povertà reale) e ha fatto emergere una parte di cittadini che fino ad ora erano sconosciuti ai servizi sociale dei Comuni.

La relazione ora verrà inviata alla III commissione consiliare per il seguito di competenza.